Pavia si colora di rossoblù con Del Curatolo, Onofri e Brenzini (FOTO)

Pavia si è colorata ieri di rossoblù nell’edizione 2016 di “Raccontami”, una tre giorni dedicata a due temi intrecciati: sport e musica. Mattatore della serata è stato il genoano Freddie Del Curatolo, giunto per l’occasione dal Kenya. Nella cornice del giardino del broletto sono saliti ospiti illustri come Edoardo Vianello, premiato da Antonio Silva, storico presentatore […]


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Pavia si è colorata ieri di rossoblù nell’edizione 2016 di “Raccontami”, una tre giorni dedicata a due temi intrecciati: sport e musica. Mattatore della serata è stato il genoano Freddie Del Curatolo, giunto per l’occasione dal Kenya. Nella cornice del giardino del broletto sono saliti ospiti illustri come Edoardo Vianello, premiato da Antonio Silva, storico presentatore del Premio Tenco.  

Il primo pensiero va a Osvaldo Bagnoli, assente per un problema di salute. Un grosso abbraccio al mago della Bovisa autore del duplice miracolo Genoa (quarto posto) e Hellas Verona (scudetto).

Momento toccante quello di Massimo Mauro. L’ex calciatore di Napoli e Juventus ha ricevuto un premio dall’amministrazione comunale per la Fondazione, nata nel 2003, dedita alla ricerca della cura per la SLA (malattia che ha stroncato Gianluca Signorini e non solo). “Io e Vialli abbiamo deciso di mettere a disposizione il nostro tempo libero in modo intelligente con questa creatura. Siamo arrivati a oltre tre milioni e mezzo di euro donati in questi anni: assieme alla fondazione Cariplo, all’associazione malati di SLA e Telethon abbiamo costituito un’agenzia capace di finanziare i progetti di ricerca migliori attraverso un comitato scientifico. La SLA è una malattia che al momento non ha cura”.

Calcio ma non solo. Mauro Garofalo ha raccontato brevemente la storia (che ha deciso di mettere in un libro consigliato se si vuole aumentare la propria cultura sportiva ‘Alla fine di ogni cosa’, editore Fassinelli) di Johann Trollmann, detto Rukelie. Ai più non dirà niente ma è la triste avventura di un pugile sinti che vinse il titolo tedesco di campione dei pesi mediomassimi in un periodo storico sbagliato: era il 1933 e Adolf Hitler aveva da poco istituito il Terzo Reich.

Dall’Inghilterra un entusiasmante folk interpretato da James Maddock. Il cantante è tifosissimo del Leicester e, prima della coinvolgente esibizione, ha omaggiato Claudio Ranieri sulle note di ‘Nel blu dipinto di blu’: “Ranieri oh ohhhh… Ranieri oh oh oh ohhhh He came from Italy… to win the Premier League!”. È venuto dall’Italia per vincere il campionato inglese.

Sorprendente anche Idris. Il celebre tifoso africano della Juventus ha prima ricordato Marco Pannella, scomparso pochi giorni fa, e raccontato gli insegnamenti del suo grande maestro: Gianni Brera. Ha voluto far capire lo spessore umano del Giuan attraverso un aneddoto: “Lasciò la Gazzetta dello Sport perché i capi non volevano che desse troppo risalto alle vittorie sovietiche durante le Olimpiadi. In Italia era il periodo della balena bianca della DC e Brera, uomo di sinistra, abbandonò la rosea con un atto d’incredibile integrità professionale”. A stretto giro di posta si è esibito Franco Brera, uno dei figli, che ha ricordato la passione di suo padre Giovanni per il Genoa. Ha inoltre letto un suo scritto inerente alla musica e, infine, cantato un brano tutto particolare: “Una volta mio fratello chiese a mio papà un testo da musicare. Lui non si rifugiò come al solito nell’opera classica, anzi creò una versione osteriologica de ‘I dolori del giovani Werther’ di Goethe”.

La comicità tagliente e sconsolata di Flavio Oreglio ha divertito il pubblico eseguendo un brano dal titolo grottesco: ‘3 luglio 1990’. È la data della semifinale mondiale Italia-Argentina, partita travagliata per il protagonista, vittima prima dell’anniversario di matrimonio (che gli fa perdere il primo tempo…) e successivamente di un amico menagramo che annuncia la vittoria di Maradona dopo un sogno premonitore. Scherzi a parte, Oreglio e i Sulutumana hanno deliziato il pubblico con un meraviglioso affresco in nota di Paolo Pulici, leader del Torino Anni ’70. A commentarlo, poi, è salito sul palco Claudio Onofri, compagno di squadra nelle giovanili granata: “Era un ragazzo positivamente istintivo, non poteva fare del male a nessuno. Ha sempre avuto un piccolo vizio: quando si svegliava la mattina non faceva in tempo ad accendere la luce del comodino che già fumava. Nonostante questo, in campo era una forza della natura nel fisico ma anche nella mentalità: non a caso è stato chiamato Puliciclone”.

Stuzzicato da Del Curatolo sul tema, Onofri ha poi spiegato com’è nato il suo amore per il Grifone: “Ho cominciato a capire cosa sia la genoanità perché fui folgorato dal Ferraris durante una visita di scuola. La maestra di stenografia non ci fece vedere la Lanterna, piazza De Ferrari, il teatro Carlo Felice: ci portò davanti allo stadio del Genoa. Più passa il tempo e più capisco che per i genoani il Genoa è una passione, un’idea, una fede. Quando giocavo nell’Avellino mi proposero due scelte, Genoa o Sampdoria: scelsi il rossoblù, per sempre”.

La parentesi rossoblù – il pezzo di spettacolo non casualmente più lungo – è proseguita con le parole del collega di Telenord e Radio Nostalgia Pinuccio Brenzini: “La genoanità è qualcosa di tangibile, Onofri ne è un esempio. Siamo orgogliosi di essere la squadra che ha portato in Italia il football. Essere genoano è una fortuna, difatti è piuttosto diffuso il detto: sei genoano, vuoi anche vincere? Onofri ha scritto un libro molto interessante. Gli ultimi possono vincere, proprio come ci ha insegnato il Leicester. De André? Se n’è andato con un pacchetto di Marlboro in tasca e una sciarpa rossoblù al collo”.

Anche Freddie Del Curatolo rivela un aneddoto dell’immortale Faber: “Era riuscito a visitare il Grand Canyon in Colorado e riuscire a mettersi in contatto con i suoi amati indiani, i protagonisti di un suo famoso album. Però quella era la domenica del derby, accidenti: Fabrizio si fece accompagnare alla cabina telefonica più vicina per ricevere dall’Italia gli aggiornamenti sulla partita”.

La gradevole serata pavese è terminata con un bellissimo regalo infiocchettato da Luigi “Grechi” De Gregori, il fratello di Francesco. Il cantautore è stato premiato da uno scatenato Antonio Silva per la canzone sportiva ‘Il bandito e il campione’. De Gregori ha emozionato la platea con la meravigliosa storia di Costante Girardengo e di Sante Pollastri. Brividi. 

Alessandro Legnazzi

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