Nuova proprietà, sapore d’antico al Genoa

Sembra di rivedere la prosecuzione dei cambi di allenatori a raffica della gestione Preziosi che i tifosi speravano di non vedere mai più

Marco Liguori

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«Grande è la confusione sotto il cielo e la situazione è eccellente». La frase di Mao Tze Tung rapportata al Genoa combacia per la prima parte: per la seconda no, la situazione non è per nulla eccellente. C’è un triste sapore d’antico nella decisione di esonerare Shevchenko da parte della nuova proprietà americana del Grifone: sembra di rivedere la prosecuzione dei cambi di allenatori a raffica della gestione Preziosi che i tifosi speravano di non vedere mai più. Allo stato attuale, il club rossoblù ha ben tre tecnici (e relativo staff) ancora a libro paga: Maran, Ballardini e Shevchenko. I primi due scelti dalla vecchia proprietà, il terzo dalla nuova: un onere economico non da poco. Il contratto dell’ucraino da solo vale complessivamente circa 20 milioni. L’aveva spiegato Simone Braglia durante il nostro live dopopartita : i rapporti non certo idilliaci tra Sheva e il direttore generale Spors non lasciavano presagire nulla di buono. Ora arriverà il terzo allenatore della stagione: Bruno Labbadia che non ha alcuna esperienza in serie A ed erediterà una squadra al penultimo posto, con lo spettro della retrocessione sempre più incombente. Anzi, una situazione così confusionaria purtroppo è il viatico verso l’epilogo che i tifosi non vorrebbero che mai accadesse. Ricordo che se è vero che esiste il paracadute (20-30 milioni) è anche vero che la discesa in serie B taglia di botto diritti tv e altri tipi di introiti, con una perdita secca (stimata) sui 70-80 milioni di euro.

A questo punto c’è da farsi alcune domande.

1) Perché scegliere prima il nuovo tecnico Shevchenko a novembre, prima dell’arrivo di Spors? La guida tecnica avrebbe dovuto essere concordata con il dg, per evitare attriti.

2) La nomina di Spors sarebbe servita anche per impostare immediatamente la campagna acquisti e cessioni, da svolgere assieme all’allenatore: ciò anche per evitare “telenovele” di mercato come stiamo assistendo per Miranchuk con l’Atalanta. Perché non si è pensato prima a tutto ciò?

3) Già a novembre c’era una squadra decimata dagli infortuni, una classifica deficitaria, un calendario ostico con gli incontri con squadre d’alta classifica e il mercato di gennaio lontano ben due mesi: Shevchenko aveva valutato questi rischi?

4) Perché Sheva è stato esonerato dopo una prova tutto sommato convincente con il Milan in Coppa Italia e a due soli giorni del match di campionato con la Fiorentina? La gara del Meazza aveva mostrato un nuovo modulo, 4-3-3, una nuova organizzazione di gioco e un nuovo spirito combattivo dei giocatori. Il limite del Grifone, ben evidente a tutti, è stato quello di avere una serie di giocatori in panchina deboli rispetto agli avversari: è questo il limite su cui si sarebbe dovuto riflettere e lavorare.

Queste sono le riflessioni reali sulla situazione difficile in cui versa il club più antico d’Italia: oppure dobbiamo sempre dire che «tutto va bene, madama la marchesa» perché altrimenti non si fa il bene del Genoa?

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