«Siamo in crescita, abbiamo meno punti di quelli che meritiamo: possiamo fare belle cose in questa stagione, il Genoa non è in una brutta situazione di classifica. Stiamo lavorando molto sui minuti finali: ero incazzatissimo per il gol subito da De Silvestri, ho pensato che non fosse possibile, sono due punti persi che pesano, ma vediamo la parte positiva del pareggio. Il miglioramento fa parte della vita». Josep Martinez risponde con sincerità alle domande di Dazn Talks: «Fermare Juventus e Inter ci ha dato fiducia. Il Ferraris è pesante per chi viene a giocarci, sento la vibrazioni della Gradinata Nord ma cerco di isolarmi e concentrarmi solo sulla partita».
«I miei lanci precisi sono merito del posizionamento della squadra, con i piedi non sono tra i top in Serie A – il più forte è Maignan – ma so che ho del potenziale: sono migliorato nella Cantera del Barcellona (arrivato a 17 anni, prima non ero molto alto) e al Lipsia. Ho avuto la fortuna di giocare in tre campionati di massimo livello come Liga, Bundesliga e Serie A. In Spagna, il ruolo del portiere è più attivo e partecipe: in Italia, invece, è ancora difficile. Resta il fatto che il portiere deve parare, prima di tutto» spiega Martinez.
Il numero uno del Genoa racconta qualcosa di personale: «Mi piace fare surf, ma adesso fa troppo freddo: se ne riparlerà ad agosto. Tifo Valencia fin da piccolo, il mio mito è Casillas: negli ultimi dieci anni, però, è Neuer che ha cambiato il ruolo del portiere, Guardiola disse che lo voleva a centrocampo. L’attaccante più forte contro cui ho giocato è Chiesa della Juventus. Al girone d’andata di Gudmundsson, Frendrup, Dragusin e Leali, autore di una grande partita contro l’Atalanta, mi sento di dare un 10: a me, invece, un 7… migliorabile».
