Marco Rossi ne fa trentadue: lo spirito originario dello sport ai giorni nostri

Grande festa in casa rossoblù per il compleanno del capitano


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Non è un compleanno qualsiasi quello che si festeggia oggi. Trentadue anni fa è nato un personaggio che resterà nella storia di questo club per l’attaccamento alla maglia, lo spirito di gruppo, il cuore ed il carattere. Un genoano vero, in altre parole, decisivo nella costante ascesa della squadra ed esemplare nei comportamenti dentro e fuori dal campo.

Al battesimo è Marco Rossi ma per tutti, ormai, è semplicemente il capitano.

Una parola, quest’ultima, molto spesso sottovalutata anche a causa del rinnovamento tutt’altro che positivo prodotto dal calcio moderno. Per indossare quella fascia, adesso, in certi casi basta un anno di militanza ed un rapporto che non va al di là della sfera strettamente professionale. Riconoscimento che non tira in ballo il merito ma solo l’anzianità o il carisma.

Tutta un’altra storia rispetto a quella che si vive sulla sponda rossoblù del Bisagno, dove gioca colui che personifica tutte le qualità e le caratteristiche che dovrebbe possedere un vero capitano, colui che in qualsiasi circostanza, da leader o da infortunato, riesce sempre a fare il bene della squadra e a tenere alta con orgoglio la maglia che indossa.

Lo spirito originario dello sport, quello che ha fatto innamorare tanti appassionati e che spesso si rivive solo attraverso immagini d’archivio, rigorosamente in bianco e nero, qui si manifesta in ogni istante attraverso i gesti e le parole (poche, a dir la verità) di chi sa cosa vuol dire sposare un progetto, crederci fino in fondo e costituire un esempio da seguire per tutti coloro che hanno a cuore le sorti del Vecchio Balordo.

A livello nazionale, Marco Rossi è uno dei giocatori più sottovalutati in circolazione ma, se in altri casi il tifoso medio avrebbe affermato “meglio così”, per timore che una crescita di popolarità potesse tentare il giocatore in questione ad approdare in club più importanti, per il toscano c’è solo grande rammarico visto che, qualunque cosa succeda , i colori rossoblù sulla sua pelle sono ormai indelebili.

Il Genoa ha trovato il ragazzo che, probabilmente, neppure pensava potesse esistere per quanto coincide con l’ideale di tifosi, mister e compagni. E lui, Marco Rossi, nel capoluogo ligure ha trovato l’America e l’ambiente ideale per esprimere al massimo le sue qualità.

Nessuno, se non scendesse in campo con un ardore agonistico degno di un abbonato della gradinata nord, riuscirebbe a fare quel che fa il capitano. Definirlo un jolly sarebbe limitativo, considerarlo un universale non gli renderebbe giustizia. Una continua compenetrazione tra cuore, testa e gambe, una bandiera che sa leggere le partite in maniera unica per poi prendere immediatamente le contromisure più adeguate. Serve un bomber? Marco Rossi c’è, e con i suoi cinque gol, è al momento il giocatore più prolifico del campionato rossoblù. Serve un difensore? Marco Rossi non si tira indietro, e basta chiedere a Balotelli, solo per fare un esempio, per capirne l’efficacia delle sue chiusure. Serve un incursore? Marco Rossi è nato con queste caratteristiche ed ogni volta che ne ha la possibilità non rinuncia ad esaltarle. Serve un interno di centrocampo? Per dormire sonni tranquilli rivolgersi a Marco Rossi, uno dei pochi casi in cui qualità e quantità si sposano a meraviglia. Serve un capitano? Qui c’è un ragazzo che considera questo ruolo una vera missione, un incarico che richiede responsabilità, profilo umano ed integrità morale e che si esercita in ogni momento, non certo solo nell’arco dei novanta minuti di gioco, per poi diventare parte integrante di te stesso. La differenza la fa un cuore dipinto di rossoblù. Lunga vita, leader silenzioso.

Claudio Baffico

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