La grande “creatura” forgiata da Gilardino si è confermata più che valida a Torino

Con il pari con la Juve, il Genoa è approdato a 34 punti: mancano soltanto sei punti per quota 40 che rappresenta la salvezza

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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E così fanno 34 punti, usciti da qual brutto numero 33, ci si avvia non solo alla salvezza, ma anche a qualcosa di più. I 40 punti si raggiungono con due vittorie su nove gare, ma non è improbabile che questa squadra possa e voglia fare molto di più.
Gilardino ha, come sempre alla vigilia, detto la sua con le solite richieste per il Genoa: coraggio, personalità e, noi diciamo, anche “cuore, testa, gambe”.
Tutto ciò è avvenuto a Torino, dove i rossoblù hanno dimostrato una tale autostima, cioè una consapevolezza delle loro capacità e del loro valore, che hanno infastidito, per non dire altro, una certa “ex signora” che si è abbandonata a un gioco sterile che il Grifo ha affrontato con una interpretazione attenta, fatta di tranquillità nella decisione, nella grinta, nell’aggressività.
Impostazione sicura, primo tempo indolore: anzi, il Grifone è andato vicino al gol con un colpo di testa di Bani, che solo la bravura del portiere bianconero Sczesny ha sventato. A ciò bisogna aggiungere marcature implacabili, occupazione perfetta dello spazio, nessuna possibilità per gli avversari di effettuare non più di due tiri in porta.
Ovviamente nella ripresa, la Signora ha cercato si svegliarsi e di aggredire i rossoblù: ed è stata qui la grande attenzione, la grande freddezza della squadra impegnata, tutta insieme, ad evitare possibili guai. La Juve ha trovato un palo e un “presentissimo” Martinez. Si è visto, quanto in difesa sia importante Vasquez, che insieme a Martin (ieri assente), è indispensabile per i meccanismi difesivi: ricordate la sconfitta col Monza nella quale mancavano entrambi?
Qualcuno dirà che il secondo tempo è stato una sofferenza visto che il 67% del possesso palla è stato appannaggio dei bianconeri: ma che tipo di possesso? Soltanto quello in chiave orizzontale, con qualche tiraccio da media distanza e appunto quel palo e mezzo. Poi solo attacchi improduttivi.
Pensate che, senza scomporsi, i rossoblù erano tanto sicuri di sé che hanno irritato gli avversari così che Vlahovic è stato espulso tanto era nervoso e lo stesso Allegri è sembrato infuriato, cosicché nel dopo partita ha inveito su un giornalista affermado che i cronisti debbono solo fare domande e non giudicare il lavoro degli allenatori.
A proposito, invece di lavoro, è nostra intenzione ricordare ai dirigenti rossoblù di stare attenti alla scelta del futuro tecnico: troppa incertezza ancora, troppe attese tali da dover far sorgere (anche se involontari) sospetti sul futuro di Gilardino.
Ormai la grande “creatura” del tecnico si è confermata come un’interessante struttura tecnica nata, mattone dopo mattone, con l’architetto Gila suo innamorato creatore.
Basta vedere anche quanto interessanti siano, da qualche tempo a questa parte, i “cambi” effettuati: a Torino, sono apparsi gli…sconosciuti Ankeye, Cittadini, Bohinen, nessuna paura né alcun tentennamento da parte loro e pure in un momento finale davvero da cardiopalma. E’ segno che tutto il gruppo ha raggiunto una maturità notevole e, ripetiamo, una consapevolezza dei suoi mezzi assolutamente preziosa.
Per non dire poi della nuova “mossa tattica” di avere tre punte, un trio di grande fascino, con quel Vitinha che, se va avanti così, potrà essere tranquillamente riscattato con i previsti 25 milioni. Con Mateo e il Gud, davvero il Genoa può considerarsi la beneficiaria di un possibile e reale “sogno” offensivo.
Vittorio Sirianni

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