“Io tifo per Matteo” era una truffa organizzata dal padre per pagare i suoi debiti

Nessuna malattia, nessuna operazione: il padre ha ricevuto 70 mila euro frutto di donazioni di tifosi e del Genoa. La T.O.: «Ci faremo restituire tutto. Persona indegna che deve vergognarsi per quello che ha fatto»


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Ha ingannato tutti facendo credere che il figlio avesse una grave malformazione genetica e che necessitasse di un trapianto di polmone che avrebbe potuto salvargli la vita. Ha chiesto aiuto a tutto il mondo rossoblù: dalla Tifoseria Organizzata, da sempre promotrice di iniziative di solidarietà, alla società Genoa fino a far leva sul buon cuore di tutti i genoani. Morale della storia: si è inventato tutto e ha usato i proventi della raccolta fondi (70 mila euro) per ripianare i suoi debiti precedentemente accumulati. Stiamo parlando di Fabrizio R., il papà del piccolo Matteo di 5 anni, protagonista a sua insaputa dell’iniziativa “Io tifo per Matteo”. Ora  il pm Biagio Mazzeo ha aperto un fascicolo, su segnalazione del Tribunale dei Minori, e lo ha indagato per truffa. 

La storia. All’ inizio di gennaio il padre del bambino si rivolge a uno dei capi della tifoseria del Genoa (Davide Traverso dei “Figgi do Zena”) spiegando che il bambino ha bisogno di fare un trapianto di polmone che potrebbe salvargli la vita. E a prova di ciò fornisce anche numerose cartelle cliniche e certificati medici che all’apparenza sembrano originali da cui risulta che il piccolo sarebbe affetto da una grave malformazione genetica e che solo un costoso intervento in Svizzera potrebbe garantirgli un futuro. La catena della solidarietà si mette subito in moto. E, tramite il conto corrente di “Un cuore grande così”, la vendita di 2500 cappellini allo stadio, le donazioni di singoli tifosi, il coinvolgimento anche di gruppi ultrà di altre tifoserie (Sampdoria, Juventus, Milan, Cremonese e Ancona) e il sostanzioso aiuto del Genoa (che raccoglie 25 mila euro frutto delle multe comminate ai giocatori a seguito di una notte “brava” in discoteca), vengono raccolti ben 70 mila euro subito devoluti al papà del bimbo. Una catena benefica che ha coinvolto circa 8 mila ignari cuori generosi. All’inizio di marzo la tanto sospirata operazione nella clinica elvetica con il padre del bambino, attraverso i siti rossoblù e i social network, a tenere costantemente informati e a rassicurare tutti della buona riuscita dell’intervento. «Il padre mi scrisse che Matteo stava meglio, sorrideva e che avrebbe voluto giocare come i bambini della sua età – racconta Lorenzo Maura di “Un Cuore Grande Così” . «Addirittura  quando l’ho sentito circa dieci giorni fa ci chiese se potevamo organizzare un giro di campo con Matteo in occasione dell’ultima partita in casa del Genoa», racconta sconsolato Roberto Scotto, capo storico della “Nord”. Quando una delegazione della tifoseria va a trovarlo a casa trova Matteo con ancora le bende dell’intervento: «Il padre ci fece addirittura vedere il punto esatto del taglio del bisturi. Una commedia degna di Totò», aggiunge Maura.

Ieri la triste scoperta. Tutto inventato: la malattia (il bambino è sempre stato sanissimo), le cartelle cliniche, l’operazione, gli aggiornamenti sullo stato di salute del bimbo. Di vero restano però i soldi donati: 70 mila euro utilizzati per ripianare debiti con le banche precedentemente accumulati dal padre. Di questi, però la polizia giudiziaria è riuscita a sequestrarne 27 mila con cui si spera di riuscire a iniziare la restituzione.

«Abbiamo i nomi delle persone che hanno fatto le donazioni attraverso il nostro conto corrente, incominceremo da qui». E il resto? «La famiglia tramite il loro legale ci ha fatto sapere che vuole collaborare – spiegano gli avvocati Riccardo Lamonaca e Stefano Sambugaro  che rappresentano la tifoseria organizzata – ad ogni modo invitiamo tutti quelli che sono stati truffati a sporgere querela. Anche il Genoa si sta muovendo in questa direzione».

Oltre al danno economico resta anche quello d’immagine che scredita la tifoseria genoana da sempre impegnata sul sociale. «Oltre alla restituzione dei soldi, chiederemo anche i danni morali: questa persona ha preso in giro tanta gente sfruttando un bambino di soli cinque anni. Vogliamo che passi il resto della sua vita a vergognarsi per quello che ha fatto», è il parere unanime dei tifosi.

Francesco Patrone

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