La notizia della morte di Joe Barone ha scosso il mondo del calcio. Il Genoa ha pubblicato un breve saluto al dg della Fiorentina, deceduto nel pomeriggio all’ospedale San Raffaele di Milano alla vigilia del suo 58esimo compleanno: «Tutto il Genoa CFC esprime la più affettuosa vicinanza alla famiglia di Joe Barone. A nome del Club, del Presidente Zangrillo, di 777 Partners e della comunità genoana, condividiamo lo sgomento e il dolore del Presidente Commisso, dei dirigenti, della squadra, dei colleghi e degli amici di ACF Fiorentina». I funerali di Barone saranno a Pozzallo, in provincia di Ragusa, dov’è nato il 20 marzo 1966.
Si era trasferito con la sua famiglia negli Stati Uniti da bambino, 50 anni fa. Recentemente aveva cominciato a fare il dirigente calcistico con Rocco Commisso che aveva conosciuto lavorando per lui alla Mediacom e diventandone, nel tempo, uno dei punti di riferimento. Già nella prima esperienza calcistica del presidente viola, Barone aveva assunto la carica di vicepresidente dei NewYork Cosmos; ma è nel 2019 che torna in Italia, dopo l’acquisto della Fiorentina, diventa direttore generale e di fatto era lui a gestire il club, per nome e per conto del suo presidente. È stato il grande fautore del Viola Park, nuovo avveniristico centro spirtivo della Fiorentina.
Secondo quanto disposto dalla Figc, in sua memoria verrà osservato un minuto di raccoglimento prima dell’inizio delle gare delle competizioni organizzate dalle Leghe professionistiche in programma dalla giornata odierna e fino alla prossima rispettiva giornata di campionato.
Così il presidente federale, Gabriele Gravina, che ha appreso la notizia sul volo della Nazionale verso gli Stati Uniti: «Perdo un amico e il calcio italiano perde un dirigente competente e appassionato, un uomo schietto e onesto che si è fatto apprezzare anche e soprattutto per i suoi valori morali. Il lascito più bello di Barone è la realizzazione dello splendido ‘Viola Park’, che ha seguito in prima persona nei minimi dettagli, un centro sportivo all’avanguardia che rappresenta un vanto per la Fiorentina e per tutto il nostro calcio dove, qualche settimana fa, si è disputata per la prima volta la partita di una nazionale. Non scorderò mai la sua sincera commozione quando gli abbiamo consegnato una maglia dell’Italia, il Paese che amava profondamente».
