GRIFO D’ATTACCO – Questo è il Genoa!

Gilardino cambia e ottiene risposte dalla squadra: Retegui un rapace, Badelj allenatore in campo

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Il Genoa ferma i campioni d’Italia del Napoli con una prestazione da copertina. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 313ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

L’ultima volta ha chiesto espressamente maggiore peso offensivo e il Genoa pare proprio aver percorso questa strada contro il Napoli. «Il Grifo ha ripetuto in meglio la mezz’ora di Roma contro la Lazio estendendola, però, per più di settanta minuti: squadra corta e aggressiva in avanti su ogni pallone, non c’era più la paludosa passività vista contro il Toro, non era il vero Genoa. I centrali della difesa hanno svolto un piccolo capolavoro su Osimhen togliendogli la profondità e quegli spazi che lo rendono esiziale a campo aperto. Da parte sua, mister Gilardino ha dimostrato di essere un tecnico intelligente e flessibile, capace di cambiare e non viaggiare secondo dogmi assoluti, ammesso che ne esistano nel calcio: dal 3-5-2 con la Fiorentina, al 4-4-2 con il Napoli di Garcia che ha accusato una grave regressione rispetto alla macchina perfetta di Spalletti. Ciò non toglie nulla alla prova del Grifo, i campioni d’Italia hanno fatto valere la legge della panchina più lunga inserendo almeno due calciatori di qualità come Raspadori e Politano autori di splendide reti».

Badelj regista alla “Von Karajan, Strootman brillante e Bani leader assoluto della difesa. «Sono i punti di riferimento del Genoa, Bani ci è sembrato “Baninbauer” e Badelj un maestro d’orchestra: il croato vale come un allenatore in campo, ecco perché Gilardino non vi rinuncia mai. Oltre a loro, citerei la bella prestazione di Koni De Winter che ha avuto un esordio difficile simile a quello di Romero allo Stadium contro la Juventus: Kvaratskhelia lo ha saltato soltanto una volta, ha disputato una grande partita. Dragusin ha dimostrato di essere un potenziale talento, Martin invece ha messo in mostra una prestazione altalenante ma comunque sufficiente; Malinovskyi è alla ricerca della migliore condizione e il tecnico ha fatto bene a togliere lui e non Gudmundsson dall’undici iniziale».

Chi è Mateo Retegui? «Lo definirei un rapace, come un tempo chiamavano Paolo Rossi e i veri centravanti d’area di rigore. É un attaccante di lotta e di governo – si è destreggiato bene tra i marcatori Juan Jesus e Ostigard – che sa lavorare per la squadra senza isolarsi, fa da primo difensore in fase di non possesso: un generoso, insomma. Dal punto di vista fisico, Mateo è la punta ideale per il Genoa; il suo gol sembra di semplice esecuzione ma non lo è affatto, ha compiuto una grande torsione sul piede debole. Gradevole constatare che Retegui abbia preso nuovamente “punti Azzurri” su Immobile, autore di un’altra prova incolore con la Lazio».

Il Genoa arriverà al Via del Mare con quattro punti in altrettante partite: sarà più importante restare in media o rischiare qualcosa di più? «La squadra di Gilardino dovrà essere guidata da un mix di attenzione e coraggio: il Genoa si sta ben comportando nel tratto più impegnativo del calendario e penso sia giusto dare continuità all’entusiasmo e ai risultati. Servirà proseguire con questa cattiveria e agonismo per fare male al Lecce che punta a sorprendere con una squadra giovane e allestita dal genoano Corvino con calciatori di sola proprietà. La ricerca della quadra migliore prosegue, il Grifo è sulla buona strada».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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