GRIFO D’ATTACCO – Gudmundsson alla Hamrin nel Genoa di Gilardino

L'islandese incanta palla al piede. La squadra soffre nei finali di gara

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Ancora una volta i minuti finali di partita costano caro al Genoa che a Udine perde due punti. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 316ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Aveva parlato di continuità, così è stato: pari in Friuli. «Per come si era messa la partita, sono due punti persi: il pareggio lascia l’amaro in bocca. Il Genoa ha giocato un primo tempo da protagonista ma non è riuscito a chiudere la gara con una parte finale di ripresa concessa all’Udinese. I bianconeri hanno pareggiato con un gol trovato per cui Matturro e il suo sfortunato rimpallo in rete hanno poche colpe: Martinez poteva essere più rapido in uscita. Nel secondo tempo la squadra di mister Gilardino, non aiutata dagli uomini che sono subentrati, ha concesso troppi calci d’angolo e palle laterali agli avversari e su una di queste è sorto il 2-2».

Gudmundsson sopra tutti. «Ha dei colpi e un modo di condurre la palla che mi ricordano il grande Hamrin, più che Meroni, Laudrup o Mertens: l'”uccellino” della Fiorentina era una graziosa ala che metteva a sedere calciatori del calibro di Anquilletti, Facchetti e Burgnich. Gilardino gli sta insegnando ad essere anche prima punta, infatti ha compiuto importanti progressi sotto l’aspetto realizzativo: Albert ora è più “cattivo” e meno evanescente quando entra in area di rigore. Ieri, da trascinatore, si è preso la squadra sulle spalle: è sintomo di personalità. Interessante la riproposizione di Malinovskyi in qualità di mezz’ala, ruolo che ricopriva sia al Genk che in Nazionale».

Che cosa accade al Grifone nei minuti finali? «Per la terza trasferta il Genoa perde dei punti importanti in dirittura d’arrivo, addirittura quattro. É capitato contro il Torino e contro il Lecce. Penso sia questione più di concentrazione che di tattica. Contano le caratteristiche dell’avversario perché a Udine i rossoblù hanno sofferto la fisicità messa sulle fasce da Sottil, infatti i loro gol sono arrivati da due traversoni. Se il Genoa avesse giocato più alto, senza farsi schiacciare, avrebbe segnato il terzo gol: forse è mancata brillantezza atletica e credo un poco di esperienza che avrebbero conferito Sabelli, Strootman e Badelj».

Sabato sera il Genoa ospiterà il Milan. «Altra sfida di cartello al Ferraris. Il Milan sarà reduce da una dura trasferta di Champions League a Dormund contro il Borussia che può togliere loro molte energie psico-fisiche. Pioli dispone di calciatori veri che sanno aggredire la profondità e sono bravi da palla inattiva. Servirà un Genoa determinato per cento minuti. É presto per i giudizi, aspettiamo l’emersione dei valori della Serie A: sinora il Genoa non è la sola squadra ad aver subito quattro gol in casa e nell’arco delle tre partite in nove giorni i rossoblù hanno conquistato quattro punti. Un bottino da serena salvezza sebbene io creda che questa squadra possa raggiungere il dodicesimo posto».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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