GRIFO D’ATTACCO – Gilardino incarta Thiago, è sua la partita della tattica

Il Genoa ha trovato la quadra, Albert è il trascinatore

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Il Genoa di mister Gilardino chiude il girone d’andata a 21 punti. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 331ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Il finale di girone è stato lieto per il Genoa. «Sei punti conquistati in quattro partite disputate contro la capolista, l’inseguitrice e la quinta forza del campionato: avevo previsto un bottino di quattro punti, mi si perdonerà per questo. Il Grifo è uscito a testa alta da una settimana complicata perché l’influenza ha decimato l’organico e la notizia del nuovo caso Irpef, uscita puntualmente la mattina della gara, ha preoccupato l’ambiente rossoblù. E, non da meno, il grande spavento per ciò che è capitato in pullman al vice Caridi: si temeva il peggio, per fortuna è stato solo un fortissimo attacco influenzale che ha richiesto una notte d’osservazione prima delle dimissioni dal San Martino».

Stiamo assistendo alla trasformazione del Grifone? «Sì, mister Gilardino ha trovato la quadra e gli equilibri giusti, e pure lui ha compiuto un passo in avanti verso la maturazione tecnica. Penso che il suo rinnovo contrattuale sia più impellente rispetto a quello di altri giocatori: un allenatore da non farsi scappare. Il Genoa visto a Bologna è stato perfetto dal punto di vista tattico, soprattutto nel primo tempo dov’è stato un peccato non aver trovato il raddoppio: il Grifone ha chiuso gli spazi con ordine, aggredendo lo sterile possesso palla degli avversari con una pressione collettiva ben esercitata. Gilardino ha raccolto 21 punti nonostante da parecchie settimane non abbia Retegui: la condizione fisica del centravanti è approssimativa. In compenso, però, il mister ha reso Gudmundsson un trascinatore anche in Serie A: ha raggiunto la doppia cifra a metà stagione, è normale che sia osservato anche dal Milan».

Il Genoa fa giocare male chiunque. «É vero, anche il Bologna che non è affatto una sorpresa essendo stato costruito nel tempo e con la programmazione di Giovanni Sartori, tra i migliori dirigenti in circolazione. Oltre a Martinez, autore di tre parate decisive nel finale di gara, voglio citare due calciatori emblema di questa squadra: Sabelli e Vogliacco. Il terzino, incredibilmente ammonito pur avendo subito fallo, è stato stoico perché ha concluso la partita con una caviglia indolenzita, ha dimostrato senso di appartenenza; lo stesso vale anche per il difensore, decisivo nell’abbassarsi all’ultimo sulla punizione calciata da Albert, che è sceso in campo con la febbre e ha terminato sulle gambe a causa dei crampi. Bella prova di Vogliacco sul prato che fu del suo amato suocero Mihajlovic».

Tra sette giorni, al Ferraris arriva il Torino. «È una squadra che rispecchia l’identità del suo allenatore Juric. I granata non giocano un calcio godibile perché concedono poco agli avversari: sarà una partita equilibrata dove conterà molto vincere i duelli individuali che saranno impostati a tutto campo. Per fortuna, la classifica di entrambi i club non è per niente emergenziale. Staremo a vedere se Duvan Zapata sarà marcato da Dragusin, autore di una grande prova su Zirkzee: può darsi che la situazione del difensore rumeno subirà un’evoluzione nel corso della settimana, anche se questa trattativa con il Napoli è un po’ troppo chiacchierata per i canoni del mercato italiano».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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