GENTE DA DERBY – CLAUDIO MASELLI: «L’autogol ed il premio come miglior giocatore: indimenticabile il derby del 1973»

Il derby di Genova secondo Claudio Maselli, ex giocatore ed allenatore rossoblù. E tra un aneddoto e l'altro, una previsione sulla sfida di domenica sera. Con un concetto ben preciso: comunque vada si tratta solo di una partita di calcio


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Poche parole, ma sono i fatti quelli che contano. E Claudio Maselli, in tutti questi anni, ha dato tantissimo al Genoa sia da giocatore (dal 1968 al 1974) che da allenatore (in tre diversi frangenti, a partire dal 1992 fino al 1997). Una persona seria e molto apprezzata in tutto l’ambiente, che ha sempre creduto nel lavoro e nell’impegno. Le difficoltà non gli hanno mai fatto paura come dimostrano le diverse volte che ha accettato di prendere in mano la squadra nonostante una classifica parecchio deficitaria. Un uomo da Genoa, con la tempra tipica di chi non molla mai. Carattere, grinta e determinazione dovranno anche essere le leve da muovere in vista del derby di domenica: una partita che Maselli conosce molto bene.

Lei ha vissuto parecchie stracittadine, sia da giocatore che da allenatore. Qual è il ricordo più nitido?

«Sono parecchi gli episodi che ricordo, ma uno, seppur non positivo, è sicuramente predominante. Nel 1973, infatti, una mia autorete permise alla Sampdoria di realizzare il gol del 2-0: nel tentativo di recuperare un pallone, anticipai Maraschi infilando il mio portiere. Nello stesso derby, però, venni premiato assieme a Salvi come miglior giocatore in campo, e questa fu una grande soddisfazione».

Qual è il suo bilancio nei derby e che sentimenti provava da calciatore e da allenatore?

«Da giocatore ho disputato pochi derby, se non sbaglio quattro, in quanto Genoa e Samp militavano spesso in categorie differenti. Il bilancio è comunque in passivo: tre pareggi ed una sconfitta. Da allenatore, invece, è andata decisamente meglio. La sofferenza più grande? Assistere alla gara dalla panchina. Chi gioca, infatti, riesce a scaricarsi attraverso la corsa ed il coinvolgimento diretto, mentre chi può solo dar indicazioni da bordo campo è costretto a convivere con l’ansia. Ovviamente bisogna sempre ricordarci di cosa stiamo parlando per evitare di enfatizzare troppo i toni: comunque vada a finire, infatti, resta sempre una partita di calcio».

Da quanto tempo prima si iniziava a respirare l’aria del derby?

«Molto spesso ci pensavano i tifosi a farti entrare con la testa in questa partita anche con un certo anticipo. Bastava uscire di casa e si incontrava gente che si raccomandava e cercava di trasmetterti la carica giusta. Certo, questi comportamenti mettevano anche un po’ di responsabilità addosso, ma soprattutto ti facevano capire quanto avresti reso felice la tua gente in caso di vittoria».

Quali erano i giocatori che sentivano maggiormente il derby?

«Tra i miei compagni di squadra direi Rivara, Mascheroni e Turone mentre, tra i giocatori che ho allenato, sicuramente Gennaro Ruotolo. Già dai primi giorni della settimana precedente la sfida, diventava scorbutico e scontroso. Ma poi gettava in campo tutte queste energie nervose e riusciva sempre a disputare ottime partite».

Dai ricordi del passato ai presentimenti sul futuro: che succederà domenica sera?

«Mi aspetto una partita molto interessante tra due squadre che, al di là del prestigio della stracittadina, sono riuscite a fissare obiettivi stagionali molto più ambiziosi. Il Genoa è ancora in piena corsa per raggiungere i preliminari di Champions League, mentre la Samp contenderà alla Lazio la Coppa Italia. Situazioni ben diverse da quando giocavo ed allenavo io! Se i blucerchiati appaiono in netta ripresa, il Grifone ha qualcosa in più da chiedere al campionato. Credo comunque che il pubblico si divertirà, trascinato dalle giocate di Milito e Cassano».

I giocatori delle due squadre, nella settimana precedente il derby, hanno preso l’abitudine di astenersi da interviste per concentrarsi al meglio sull’importante gara. Crede che non parlare agli organi di stampa possa aiutare?

«L’unico motivo che vedo in questa scelta è quello di evitar di scatenare polemiche e surriscaldare gli animi. Non penso proprio, invece, si scelga questa via come una sorta di pretattica, in quanto i due mister conoscono a menadito pregi e difetti degli avversari. Per quanto mi riguarda, mi sarebbe piaciuta una vigilia vivace, con battute e sfottò anche tra tesserati. Frasi tipo “vinceremo 3-0” oppure “vedrete chi è più forte”, dette con il doveroso tono scherzoso, avrebbero potuto aggiungere un tocco di simpatia ad una partita che non ha bisogno di presentazioni».

Rispetto agli altri derby, in cosa si differenzia Genoa – Sampdoria?

«Molto semplice: qui la stracittadina non la giocano solo i giocatori ma anche e soprattutto i tifosi attraverso striscioni spiritosi e coreografie da lasciare senza fiato».

Claudio Baffico

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