Genoa, tra il suicidio di Durkheim e l’aggressività di Juric

Il tecnico rossoblù è chiamato a rispolverare il suo antico credo di derivazione gasperiniana: sarà una partita fisica, condita da contrasti e tanta corsa

Juric Genoa
Ivan Juric e la cartelletta (foto di Genoa CFC Tanopress)

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“Il Suicidio” non è solo l’opera criminal sociologica di fine ‘800 di Emile Durkheim. Sarebbe anche la descrizione ex post di un ipotetico approccio tattico del Genoa a Torino. Qualcuno pensa che il Grifo debba giocare contro la Juventus allo stesso modo del Sassuolo all’Allianz Stadium, un mese fa. Talvolta viene da pensare se le persone si fermino ai concetti teorici o guardino davvero le partite, se non dal vivo almeno in tv. Il Sassuolo non si giocò un bel niente perché fu preso a pallonate da Ronaldo e compagni. I neroverdi sfruttarono, semmai, gli ultimi dieci minuti di partita caratterizzati dal calo psicofisico dei bianconeri.

Allora Juric dovrebbe andare a prendere alto la Juventus perché l’ha fatto una squadra provinciale come il Sassuolo? Sarebbe un suicidio, per dirla alla Durkheim. De Zerbi, che in settimana ha ricevuto una lode persino da Guardiola, lavora da luglio con la sua squadra; Juric allena il Genoa a ranghi compatti da nemmeno quattro giorni. Solo un dissennato andrebbe a Torino a giocare “all’emiliana”. Perciò il tecnico rossoblù è chiamato a rispolverare il suo antico credo, di derivazione gasperiniana, magari affinato nei mesi senza lavoro.

Juventus-Genoa sarà una partita fisica, condita da contrasti e tanta corsa. Lo ha anticipato anche Allegri. Juric comporrà le coppie di giocatori impegnati nei duelli a uomo: a Criscito uno tra Bernardeschi e Dybala, a Biraschi invece toccherà prendere Cristiano Ronaldo. Così sulla carta, che è muta: in campo, invece, dovrà parlare l’aggressività del Grifone. Con una interpretazione equilibrata, consentita da tre centrocampisti anziché due, e con un Piatek in un grande momento di forma il Genoa ha delle opportunità. Difficile dire quante ma la Juventus, tranne che a Frosinone, ha sempre concesso qualcosa agli avversari. Solo così i rossoblù potranno scongiurare il suicidio tattico suggerito da qualcuno. E questi non è Durkheim.

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