Genoa squadra competitiva: il pari col Napoli lo ha evidenziato

Il Grifone può affrontare qualsiasi avversario con la certezza di fare, come si dice, la “prestazione”

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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E’ stata una gara ad altissimo livello, ma, voi non ci crederete, non certo per merito del Napoli campione d’Italia, bensì per merito del vecchio caro Grifone.
Ma verrà un momento, si chiedevano in molti allo stadio, nel quale il Genoa potrà uscire dal campo avendo tutto quello che si è meritato giocando alla grande?
A Torino meritava un punto: con gli azzurri, diciamo forse, ma meritava la vittoria. Tre punti che avrebbe portato a sette il bottino in classifica.
Comunque, va bene così. I rossoblù hanno annichilito per 75 minuti il “Ciuccio” che, solo alla fine ha trovato due “gesti tecnici” dei suoi uomini: solo due, ma decisivi.
Dalla partita si è anche evidenziato che Gilardino non è un tecnico, ancorché giovane, superficiale. Ha inginocchiato sul piano tattico un vecchio volpone come Garcia, crollato davvero di fronte al “nuovo che avanza”.
Gila, soprattutto nel primo tempo, ha giocato la carta del 4-5-1 e poi costruendo con il 4-4-1-1. Ma al di là delle mosse tattiche è venuta fuori nei giocatori quella serie di caratteristiche che il tecnico va predicando da sempre: ferocia, coraggio, determinazione, e passione. Soprattutto passione.
Sembrava che fosse il Grifone ad avere le qualità superiori per vincere, tantoché anche negli ultimi minuti è saltata fuori l’occasionissima al limite della linea di porta avversaria. Tutti hanno dato il loro contributo, tanto da poter definire questa gara la famosa “partita perfetta” di cui va sempre parlando il Gila.
E poi, sentite, ma avete visto il gol di Retegui? Un colpo da vero avvoltoio d’area. Certamente ci si augura che il ct Spalletti abbia visto quel piccolo capolavori. Retegui gioca per il gol e per la squadra. Spalletti lasci perdere le scelte “geopolitiche”, pensi a chi ha valore e che servirebbe alla Nazionale come pochi.
Si diceva, tutti al loro posto: formazione schierata corta, nel portarsi in avanti, sfruttando, come mai era accaduto, gli esterni che sono sembrati i veri motori di tutta la manovra. Non siamo soliti a dare giudizi singoli, ma certo le “incornate” potenti di Bani non si possono dimenticare, la marcatura sicura di De Winter (una bella sorpresa) e poi, pensate al centrocampo di domenica, era lo stesso dello scorso anno, non è quasi un miracolo?
Ci è piaciuta molto la battuta dell’appassionato presidente Zangrillo, quando gli hanno chiesto se cambiasse Retegui con il…fuoriclasse Osimhen e lui, col sorriso sornione, ha risposto: mi tengo il mio Mateo che diventerà ben più che Osimhen. E infatti il centravanti italo-argentino ha clamorosamente battuto l’ultramilionario napoletano, con un gol straordinario.
Insomma, la gara contro il Napoli ha offerto una serie di spunti niente male: intanto che la crescita di tutta la squadra va avanti ed è chiaro che non basta una prestazione come quella di sabato scorso per dire che tutto è a posto. E’ servita per far prendere a tutti la consapevolezza che la squadra è competitiva, cioè può affrontare qualsiasi avversario con la certezza di fare, come si dice abitualmente, la “prestazione”.
Naturalmente il cammino è lungo, ma pensiamo che il Grifo ha ottenuto quattro punti (e potevano essere qualcuno di più meritatamente) affrontando Fiorentina, Lazio e Napoli, formazioni che puntano alle coppe europee.
Ai tifosi basterebbe questo per non vivere di recriminazioni per quello che è stato e che poteva essere. La Nord impazzita gridava «Vi vogliamo così» e i giocatori così sono stati. Cosa volere di più?
Vittorio Sirianni

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