Genoa-Roma, un girone dopo. Dalle calde notti d’agosto alle fredde serate di gennaio, con il calciomercato a incombere come un’ombra silenziosa. Un girone dopo le identità (e le priorità) delle squadre sono emerse definitivamente: i giallorossi corrono per la Champins League mentre il Grifone è costretto a districarsi tra i grovigli della zona retrocessione. E pensare che il 3-3 dell’Olimpico lasciava presagire una stagione serena per i rossoblù, capaci di reagire per tre volte al vantaggio romanista. Sicuramente una prestazione non casuale del Genoa, comprovata dalla successiva gara con la Fiorentina, la migliore per qualità espressa.
Un girone dopo tutto è cambiato. La Roma sta per cambiare proprietà mentre il Genoa ha già cambiato parte della dirigenza e tre allenatori. Da Andreazzoli, il maestro che doveva guidare la nuova linea verde, a Davide Nicola, l’ex terzino amato dalla piazza rossoblù, passando per l’esperimento fallito di Thiago Motta. Già da anni il Genoa soffre la mancanza di un tecnico di riferimento e il continuo stravolgimento delle metodologie d’allenamento disorienta la squadra che non emerge a livello tattico e spesso subisce il gioco degli avversari. Così mister Nicola è costretto a intervenire in prima facie più da psicologo che da allenatore di calcio.
Genoa-Roma, capitolo due. Molto è cambiato anche nelle dinamiche di campo poiché entrambe le formazioni hanno perso i pezzi più pregiati. Christian Kouamé e Nicolò Zaniolo, talenti diversi ma accomunati da un identico destino. L’assenza dell’ivoriano è evidente giacché il Grifone non ha ancora trovato un’alternativa tattica alle sue involate e ai suoi gol; anche in casa Roma peserà il crack del bimbo prodigio – già titolare in Nazionale a vent’anni – che un tempo era tesserato nel settore giovanile rossoblù. Una vita fa. Il presente, invece, avvicina a grandi passi una sfida delicata che nessuna delle due squadre può permettersi di sbagliare.