Genoa in forma, ma attenzione al Benevento

Il Grifone ha subito una sconfitta immeritata col Milan: ma mercoledì affronterà una squadra che ha nell'imprevedibilità la sua arma migliore

Marco Liguori

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

«Se qualcosa può andare storto, lo farà». Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, la sconfitta odierna del Genoa a San Siro può riassumersi con la “Legge di Murphy”: risultato di parità, calcio d’angolo per il Milan, pallone che rimbalza sulla nuca di Scamacca e batte imparabilmente l’attonito e incolpevole Perin. Lasciando da parte l’aspetto paradossale del 2-1 subito dal Grifone, oltre a quello del mancato 2-2 che descriverò in seguito, si è notato che la squadra di Ballardini è in forma. Bisognerà però tralasciare i primi 13 minuti fino al primo gol dei rossoneri: i rossoblù sembravano nuovamente spaesati e davano l’impressione di subire com’era accaduto con l’Inter, sempre a San Siro, e nel primo tempo della recente gara contro la Juventus. Il gol di Rebic è stato frutto di una disattenzione difensiva: su azione d’angolo, pallone che carambola in area, fino a giungere al limite a Rebic che, completamente libero, ha potuto prendere la mira e battere Perin. Da quel momento però il Genoa ha iniziato a reagire e a raggiungere il pari con Destro. Nella ripresa, dopo aver subito il secondo gol modello “ottovolante” Ballardini ha cambiato l’attacco: non ho capito però perché ha sostituito Destro che fino a quel momento aveva creato grattacapi alla difesa avversaria. Nessun critica al tecnico, soltanto una constatazione: forse è stata una decisione tecnica. E poi è giunta la “carambola della sfortuna” che ha negato un pareggio più che meritato per il Genoa: Donnarumma perde il pallone in uscita, tiro di Masiello e prima respinta sulla linea di Kjaer, secondo tentativo di Behrami e il piede di Tomori ha negato per la seconda volta la gioia del gol. Resta la prestazione soddisfacente, ma unita all’amaro in bocca per i due episodi influenzati dalla malasorte.

E mercoledì sera arriverà il Benevento al Ferraris. Qui la truppa rossoblù di Ballardini dovrà prestare la massima attenzione a un avversario che ha un’arma temibile: l’imprevedibilità. La squadra di Filippo Inzaghi ha tenuto sulla corda la Lazio, passando dal 4-1 al 4-3 e cedendo soltanto nel finale al gol del 5-3 di Immobile. Da ricordare negli appunti: gli stregoni hanno battuto a domicilio la Juventus. E’ vero che hanno due punti in meno del Genoa e subito 60 gol (14 in più dei rossoblù, ma Grifone e Stregoni hanno segnato entrambi 33 gol) denotando una scarsa capacità difensiva (terza peggior difesa per gol incassati dopo Crotone e Parma). Tuttavia, fondano la posizione in classifica su ben 18 punti conquistati in trasferta (5 vittorie, 3 pareggi e 7 sconfitte) rispetto al ruolino casalingo (10 punti, 2 vittorie tra cui quella contro il Genoa all’andata, 6 pareggi e 8 sconfitte). Dunque, squadra che rende meglio in trasferta: però lascia anche giocare gli avversari e i rossoblù dovranno imporre dal primo minuto la propria forza. Occorreranno attenzione e concretezza per conquistare punti fondamentali contro una diretta concorrente per la salvezza: passo e chiudo!

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.