Gennaio è alle porte: occorre pensare subito ai rinforzi per la panchina del Genoa

E’ ormai chiaro che i sostituti non sono all’altezza dei più qualificati compagni

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Sta davvero succedendo qualcosa di fantascientifico al Genoa: anche a Monza si è sentito il solito ritornello, «Buona la prestazione, pessimo il risultato». Così com’è successo almeno in altre sette partite che il Genoa ha disputato in questo “stranissimo” campionato.

Stranissimo perché, in verità accadono situazioni che vanno al di là dell’umana valutazione. Episodi anche talmente dettati dalla causalità che davvero (e se non pensassimo che il calcio propone queste situazioni) ci sarebbe da credere che qualcuno lassù o laddove voglia dominare il destino del Grifone.

Ad esempio, da sei giornate ogni volta che Gilardino fa un cambio, ecco che arriva immediatamente il gol subito. Da sei partite si incassa il maledetto “golletto” negli ultimi 7/8 minuti.

Nei commenti si legge che nessuna avversaria del Genoa l’ha mai dominata o surclassata, anzi è sempre stata alla pari o a volte (come nel secondo tempo di Monza) alla mercé dei Grifoni.

Alberto Gilardino (Foto Genoa cfc Tanopress)

Per cui bisogna accettare, con pazienza, le solite parole che a fine gara da tempo proferisce Gilardino: «Meritavamo di più». Comunque la sensazione è che la squadra abbia ormai una sua fisionomia, gioca, combatte, controlla, fa il giusto pressing. Su queste basi, però, se si continua a perdere in questo modo, bisognerà sicuramente rivedere qualcosa. Perché, ad esempio, l’avversaria in genere fa un cambio e questo muta il risultato a proprio favore? Al contrario, Gilardino cambia e si rompono gli schemi iniziali, ottimi, e si finisce nel dramma.
E qui, secondo noi, “casca l’asino”. Perché è ormai chiaro che i sostituti non sono all’altezza dei più qualificati compagni. Ieri con Retegui, Messias, Gudmundsson fino a sette minuti dalla fine si era disputata una dignitosa partita. E se c’era una squadra che doveva segnare almeno due gol era proprio il Genoa. Da mesi, sotto traccia, si discute sempre del tecnico, ogni volta che arriva una immeritata sconfitta, qualche stilettata su Gila arriva. Ma onestamente cosa ne può il tecnico se Dragusin sbaglia una palla d’oro davanti al portiere?

Dragusin durante Monza-Genoa (foto Genoa cfc Tanopress)

Cosa ne può se Dragusin, che ha segnato in passato gol importanti, questa volta ha fatto cilecca?

I contestatori affermano che Gila dovrebbe far concentrare meglio i suoi, ma ci spiegate come si può sollecitare una motivazione, uno stato d’animo? Pensate che il tecnico non dica ai suoi giocatori, quando siete davanti alla porta dovete tirare senza indugio e segnare? E allora, lasciamo perdere i velati attacchi al tecnico che sta creando un bel gruppo, certo con dei limiti, ma sempre all’altezza del gioco delle avversarie.

Di certo la società dovrà fare un serio pensiero circa il miglioramento della panchina, perché ormai lo si è capito: esiste una “scorta panchinara” molto ridotta come numero e soprattutto come “qualità”. Se la squadra potesse giocare sempre con gli 11/12 protagonisti validi qualitativamente, il gioco sarebbe fatto. E’ che il calcio prevede infortuni, stanchezza, strappi, ginocchia rotte ecc…per cui sono necessari assolutamente dei ricambi validi, molto validi. E’, come abbiamo sempre detto, un problema di “qualità”.

E bisogna sbrigarsi a pensare ai rinforzi, visto che il mercato di gennaio è alle porte. Ora però occorre pensare ai prossimi avversari: Juventus, Sassuolo, Inter e Bologna. Dite niente…

Vittorio Sirianni

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