Finalmente: all’Olimpico si è visto il Genoa da Serie A

Retegui batte l’arrogante Immobile che ormai sa solo protestare con il direttore di gara

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Eccolo finalmente il Genoa da serie A. Arriva all’Olimpico, stadio dei grandi eventi e stronca una Lazio tanto dormiente quanto presuntuosa.
Succede che tutto vada per il meglio: l’Olimpico scopre un Genoa che gioca nei primi 30 minuti da squadra quasi “perfetta”, ammutolisce i laziali sia a livello difensivo che offensivo. Il Grifone gioca, fraseggia, contrasta: insomma, tutte quelle parole care a Gilardino (cuore, gambe, testa, coraggio e ferocia) sono tutte sul tavolo di questa partita.
Retegui batte l’arrogante Immobile: uno che ormai sa solo protestare con il direttore di gara, che naturalmente trattandosi di un pupillo di Lotito sembra essere intoccabile.
I laziali sono frastornati, pensavano a una passeggiata anche se già domenica scorsa erano caduti in trasferta contro il Lecce. E quindi, alla fine non hanno fatto altro che protestare, magari su un rigore che né l’arbitro né il Var avevano segnalato.
Si diceva di Retegui, che dimostrando la sua superiorità tecnico-tattica rispetto all’arrogante Immobile, ha voluto dimostrare che il ruolo di centravanti azzurro lo aveva dimostrato. E naturalmente si spera che Spalletti, non inizi a fare selezioni “geo-politiche”, magari preferendo a Mateo uno Scamacca (ora all’Atalanta) che gira ancora poco, o Belotti (Roma) o Raspadori suo ex pupillo al Napoli.
Si diceva del Grifo: i primi 30 minuti eccellenti con un gol di rapina alla grande con un tiro da lontano di Frendrup, la respinta del portiere e il tap in di testa perfetto del centravanti rossoblù. Un momento fra i più felici della serata.
Un palo di Vasquez, con la Lazio sempre più tremebonda. Dopodiché difesa assoluta, sui contrattacchi avversari, per mantenere stretto il vantaggio. Certo con momenti pericolosi, ma soprattutto nelle mischie dove i laziali erano bravissimi a far finta di cadere come birilli.
Difesa a quattro sicura, pronta, decisa, nessuna palla giocabile in area per gli avversari.
Sulla cresta dell’onda per noi Vasquez (sarà lui probabilmente la sorpresa di questo campionato), poi tutti insieme gli altri, convinti che la coesione sia fondamentale.
I tifosi erano entusiasti a fine gara: sono tutti rinati, perché era troppa e forse azzardata l’idea che il Genoa fosse quello impaurito visto con i viola. E’ stato bello per noi assistere alla partita accanto a uno psichiatra (perché il Genoa è da psicanalizzare): il professor Aldo Piccardo, nobile studioso della mente umana, specie quella contorta, ha definito questa vittoria la “sindrome di riscossa”, la voglia di chi commette una colpa e vuole assolutamente pentirsi giocando la carta del riscatto umano e in questo caso calcistico.
Alla “Ciassetta” di Rapallo, dove tifosi invasati hanno urlato per quasi 100 minuti, lo chef Andrea con la sua Laura hanno deciso che creeranno un piatto speciale: “mandilli rossoblù” da offrire a chi farà i gol più belli. Il piatto sarà presentato quando il Genoa Club Rapallo annuncerà che “A Ciassetta” diventerà il “covo” del Grifone.
E per favore, si eviti di continuare a puntare sulle critiche a Gilardino (ricordo a chi continua a sognare Gasperini che ha perso in casa del Frosinone) il tecnico ha gran calma, è persona che ragiona, che conosce e che sa quello che deve fare. Sia anche chiaro che la bella gara di Roma non deve illudere, ma considerarsi un passo avanti verso un traguardo più che dignitoso.
Vittorio Sirianni

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