ESCLUSIVA PG, LIPPI: «Vi racconto chi era il mio suocero genoano»

Il ct campione del mondo: «Gianni Barabino non avrebbe mai voluto un genero blucerchiato, e invece...»

Lippi
Marcello Lippi (Foto Mark Metcalfe/Getty Images)

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Pianetagenoa1893.net ha intervistato in esclusiva Marcello Lippi a margine di un evento a Palazzo Ducale. Le parole dell’ex ct Campione del Mondo con l’Italia, dimessosi da pochi giorni dalla guida della Cina.

Nel corso della conferenza si è parlato di bellezza applicata al gioco del calcio, di leader (tecnici, caratteriali e carismatici) nelle squadre. Lippi ha altresì evidenziato che se l’allenatore della salvezza non viene confermato per la stagione successiva è solo perché non ha le capacità per allestire una squadra.

Mister Lippi, forse non tutti conoscono chi sia stato suo suocero. «Gianni Barabino, presidente del Genoa Club Grifoni, uno dei più importanti del panorama rossoblù. Era il papà di mia moglie che ho conosciuto durante il mio periodo a Genova: era anche un bravissimo attore del teatro dialettale. Quando mi presentai per la prima volta disse a sua figlia: “Mai portare a casa un siciliano o un doriano”».

Qual è il suo principale ricordo del dualismo con il Genoa? «La cosa bella di quel periodo è che i calciatori si frequentavano e vivevano la città: ad esempio ci trovavamo spesso da Mentana, il ristorante alla Foce, a mangiare. Lì conobbi Gianni: purtroppo né lui né i miei genitori videro la nostra vittoria a Berlino nel 2006. Avrebbero provato una gioia immensa».

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