ESCLUSIVA PG, CALCAGNO (AIC): «Serie A, serve un piano B come play-off e play-out»

«Il rinvio delle partite solleva il problema dei calendari intasati per talune squadre» spiega il vicepresidente

Serie A Calcagno Biondini AIC Genoa
Calcagno e Biondini a Villa Rostan per un incontro con il Genoa (foto Twitter di AIC)

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Pianetagnoa1893.net ha intervistato in esclusiva l’avvocato Umberto Calcagno, vicepresidente AIC, alla luce dell’emergenza sanitaria che sta colpendo la Serie A.

Avvocato, ci può dare la sua opinione su questa ondata di positività in Serie A? «Prima del caso Genoa avevamo un protocollo che ci ha dato grandi garanzie. In settimana, però, faremo ampie valutazioni in merito, che non per forza condurranno a una sua messa in discussione. Il rinvio delle partite solleva altri problemi a norme vigenti, come l’intasamento dei calendari di talune squadre».

Il Genoa ha compiuto un errore nel giocare a Napoli? «Assolutamente no, ha seguito il protocollo poiché ha lasciato a casa i positivi mentre i negativi erano a disposizione di Maran. Teniamo sempre presente che il tampone fotografa una situazione momentanea comunque in divenire. Ci aspettavamo una situazione simile poiché le previsioni dell’autunno già indicavano un aumento di contagi».

Il Covid-19 può aver influito mentalmente sul 6-0? «A posteriori è fin troppo semplice dire che sicuramente non ha aiutato il Genoa: la paura di contrarre il virus è di tutti noi. Il lavoro calcistico, poi, è una professione fatta necessariamente di viaggi e di contatti. Fortunatamente i calciatori rossoblù non ha avuto conseguenze gravi, a parte qualche brutta influenza».

L’AIC è criticata per non aver preso una netta posizione sull’emergenza sanitaria del calcio. Concorda? «Non è vero, l’AIC ha preso una posizione. Sono in sintonia con quanto dichiarato dal Ministro dello Sport e dal Presidente FIGC. Non bisogna essere faziosi, di parte, ma fare squadra per fronteggiare queste nuove situazioni: la salute è il bene primario cui dobbiamo mirare ma se ci sono le condizioni bisogna andare avanti».

Possibile un nuovo stop dei campionati? «Nessuno se lo augura ma non possiamo escluderlo a priori. Dobbiamo ragionare seriamente sui “piani B”: mi riferisco, ad esempio, ai play-off e play-out. Sono ipotesi sicuramente più percorribili ora rispetto a sei mesi fa proprio perché l’impossibilità del rinvio comporta la possibile adozione di rimedi differenti».

Non crede che i vivai italiani abbiano troppi calciatori stranieri? «Dopo la sentenza Bosman il mondo del calcio è completamente cambiato. Più che contrastare il numero degli stranieri dovremmo formare meglio e abbandonare taluni aspetti tecnico-sportivi che indirizzano le società a fare scouting fuori dall’Italia».

Quando ci saranno le elezioni AIC? «La data è il 30 novembre, sarò uno dei candidati».

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