Enrico Preziosi/2: “Questa sera rifletterò sul mio futuro”

Prova anche a parlare della partita, Enrico Preziosi, ma fino ad un centro punto. “Dopo il primo gol ci siamo spaventati perché non c’è serenità, non perché non c’è valore.  Quando sei in difficoltà, sei come il tennista con il braccino. E perdi. Hai paura di vincere. So che la tifoseria non è così. E […]


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Prova anche a parlare della partita, Enrico Preziosi, ma fino ad un centro punto. “Dopo il primo gol ci siamo spaventati perché non c’è serenità, non perché non c’è valore. 

Quando sei in difficoltà, sei come il tennista con il braccino. E perdi. Hai paura di vincere. So che la tifoseria non è così. E questo mi fa arrabbiare. Un tifoso normale critica civilmente. Ma non scavalca e non tira le bombe. So che la stramaggioranza del popolo genoano non è violenta, è gente perbene che vuole portare i suoi bambini allo stadio.” Attende le conseguenze il presidente rossoblù: “Sessanta persone, su ventimila presenti, hanno preso in ostaggio uno stadio intero. Ci vuole la galera, altroché Daspo. Non mi vengano a dire che daranno loro il Daspo. Mi aspetto segnali importanti dalla polizia: processi per direttissima e tutti in galera. A noi arriverà la multa, sappiamo le regole che noi tutti abbiamo accettato, ma che per larga parte ci penalizzano. Ma c’è una chiara connivenza con questa gente”. Il presidente continua senza sosta, arrivando addirittura a mettere in dubbio il suo futuro alla guida del Grifone:  “Riconosco la Nord, non quei sessanta. Chi sono loro? Hanno per caso messo 44 milioni di euro in due anni per risanare il bilancio? Solo forse loro che si fanno carico della società? Io so solo che se non avrò delle risposte concrete da parte della polizia, sarò pronto a fare una riflessione sul mio futuro. Non spavento nessuno, anzi: ci sarà anche qualcuno che mi vorrà via da qui. Ma questa sera rifletterò”. Un chiaro messaggio al suo popolo ed  ancora una sentita richiesta di giustizia. “Pretendo risposte dagli organi competenti. Se andranno in galera, ci sarà un senso delle legga: uno quando sbaglia, paga. Queste gente ha da perdere solo la libertà e spero tanto che la giustizia gliela faccia perdere. La tifoserie del Genoa vuole sempre distinguersi da tutte le altre. Ma siamo davvero così? A contestare in questo modo, a cinque partite dal termine, ancora salvi, ad aggravare mentalmente i giocatori. E queste persone vorrebbero il bene del Genoa? Non sono niente. Non sono genoani. Se vorranno venire da me, mi troveranno. Come sempre. Non ho mai assunto una scorta in tutta la mia vita e voglio continuare a camminare liberamente perché è un mio diritto”. Per i fatti successi sul campo, invece, Preziosi ci tiene a manifestare la sua fiducia per questo finale di campionato: “Se avessi una soluzione sarei più sereno. Abbiamo iniziato in maniera positiva, ma la sfortuna ci ha visto altrettanto bene e l’uno-due del Siena ci ha condannati, facendoci perdere tutte le nostre certezze. Il fatto di esserci sciolti subito dopo la prima rete manifesta la negativa condizione mentale e fisica delle squadra, anche in vista dei prossimi incontri. Così non va. Sto riflettendo e stasera deciderò.” “I giocatori sono spaventati. Piangevano – continua Preziosi – Non sono tutto come Sculli. Aldilà delle loro fortune economiche, in ballo ci sono anche delle sensibilità. In molti non hanno mai vissuto situazioni simili”. C’è spazio anche per un’analisi sull’immediato futuro: “Voglio salvarmi sul campo. Ci sono ancora cinque partite per poter fare dei punti. Se ci togliamo dalla paura e da questo ambiente, potremmo tirarci fuori. Sono convinto che ce la faremo. C’è un punto di caduta dove non ci può più rialzare. Credo che noi non l’abbiamo ancora toccato. Questa situazione potrà farci ricompattare, fungendo da molla per darci la carica necessaria per le ultime cinque partite.” Sulla vicenda delle maglia, Preziosi dichiara: “Ho comunicato al capo della polizia la nostra intenzione di non dare le maglie a quei pseudotifosi. E Abete ha ragione ad imbufalirsi per questo episodio. Spero che la sua rabbia possa essere uno stimolo per focalizzare l’attenzione su quanto accaduto.” Al termine del lungo sfogo ai microfoni della sala stampa, Preziosi conclude i suoi 26′ di fuoco: “Spero di non venire a Genova per il prossimo mese. Non credo alla protezione o al clima sereno. Bisogna andare via di qua, già da stasera. E questa è un’altra sconfitta per noi. Questa era un partita ad alto rischio, ma non ho visto il numero adeguato di forze dell’ordine. Noi ci prendiamo le nostre responsabilità sportive, ora qualcuno se le prenda dal punto di vista dell’ordine pubblico”.

Daniele Zanardi

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