Cosa va/cosa non va: troppa sterilità  in fase offensiva, bene il possesso palla

All’Olimpico si è visto un Genoa a due facce, proprio come quello visto l’anno scorso in un altro Olimpico, quello di Torino, con la differenza che questa volta i rossoblu hanno chiuso il primo tempo in svantaggio. La partita di questa sera (anche se sarebbe più corretto dire i primi 45 minuti) racchiude in sintesi il […]


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All’Olimpico si è visto un Genoa a due facce, proprio come quello visto l’anno scorso in un altro Olimpico, quello di Torino, con la differenza che questa volta i rossoblu hanno chiuso il primo tempo in svantaggio.

La partita di questa sera (anche se sarebbe più corretto dire i primi 45 minuti) racchiude in sintesi il campionato che il Grifone ha fin qui disputato: una squadra abile nel possesso palla, ma allo stesso tempo distratta e decisamente in difficoltà nel creare palle goal se non con tiri da fuori area.

Il Genoa contro la Lazio è partito forte, prendendo il controllo del centrocampo e sfiorando per due volte il vantaggio con Rincon le cui conclusioni, in particolare modo la prima che si è infranta sul palo, avrebbero meritato miglior fortuna. Buona prova da parte di Tatchtisidis che è riuscito a dare qualità e fisicità al suo reparto di competenza. Il centrocampista greco, sostituito a inizio secondo tempo, si è reso pericoloso al 43′ su punizione ed è stato protagonista di un paio di buone chiusure che hanno bloccato la manovra laziale. Pandev ha inizialmente dato l’impressione di aver capito come sopperire al meglio alla mancanza di Pavoletti: la sua presenza in fase offensiva (perlomeno nei primi venti minuti) si è fatta sentire ed è riuscito a impegnare su di se Gentiletti e Mauricio, evitando di conseguenza la pressione di ben tre giocatori sul portatore di palla genoano (esattamente quello che è accaduto nel corso della gara contro la Juventus). Peccato per l’evitabile espulsione rimediata nella ripresa che costringerà il Genoa a giocare nuovamente senza punta contro il Milan.

I due cambi operati da Gasperini nell’intervallo hanno di fatto spolpato il centrocampo e spostato gli equilibri. Con l’uscita di Tatchtisidis e Ntcham il grifone ha perso in un colpo solo colui che dettava i tempi e l’uomo capace di collegare il centrocampo con il reparto offensivo. Naturalmente l’intenzione del mister era quella di mettere benzina sulla fascia, con Capel, per provare a creare situazioni di uno contro uno che avrebbero permesso a Pandev di trovare maggiori spazi per i suoi inserimenti, ma questa volta l’esperimento non è andato a buon fine. Dzemaili non ha inciso sulla gara e Capel è sembrato essere un corpo estraneo alla squadra.

Cosa va 

La difesa è apparsa più attenta nei calci piazzati a sfavore. L’unico pericolo causato dalla Lazio in questa situazione è arrivato al 32′ del p.t grazie a Savic: riassumendo si può constatare che la retroguardia è stata impensierita una sola volta su nove palle inattive contro. 

Rincon sembra essere tornato quello della passata stagione e se i suoi tiri dalla distanza diventeranno una costante potrebbero rappresentare un’arma in più a disposizione di Gasperini.

Cosa non va

Troppe disattenzioni difensive: il fuorigioco sbagliato che ha consentito alla Lazio di passare in vantaggio ha di fatto tagliato le gambe al grifone che avrebbe tranquillamente meritato di chiudere il primo tempo almeno sullo 0-0 (se non in vantaggio)

Poca bravura nel creare  azioni da gol: gli unici pericoli sono arrivati con tiri da fuori area.

Pandev non si è ancora adattato a ricoprire il ruolo di prima punta, nonostante che si sia registrato contro la Lazio un incoraggiante avvio di gara. 

Riccardo Cabona

RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893

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