Correva l’anno 1924, era il 9 marzo. Un secolo fa, con il dittatore fascista Benito Mussolini da un anno e cinque mesi a Palazzo Chigi, il leggendario Giovanni De Prà, portiere immenso del Genoa di allora, sfoderò una prestazione fantastica al suo debutto in Nazionale in un’amichevole a Milano (allo stadio di Viale Lombardia, che ora non esiste più) contro la fortissima Spagna, chiamato dal mitico ct Vittorio Pozzo che porterà gli azzurri alla duplice vittoria ai Mondiali nel 1934 e nel 1938.
Le cronache raccontano che il portiere rossoblù restò in campo (all’epoca non esistevano le sostituzioni) nonostante avesse ricevuto dei durissimi colpi ai limite del codice penale dagli avversari. Parò di tutto, nonostante le Furie Rosse gli avessero provocato la frattura a un braccio. Italia-Spagna si concluse sullo 0-0 grazie ai suoi interventi eccezionali.
La storia di De Prà racconta che conquistò due campionati nel 1922-23 e nel 1923-24 col suo Zena e un ne sfiorò altri due (nel 1925 il grande Genoa fu bloccato dalle tristemente cinque finali di Lega Nord con il Bologna), giocò in seguito altre 18 gare con gli azzurri del ct Pozzo. Celeberrime erano la sua integrità morale e la sua sportività: non fu mai ammonito oppure espulso. Aveva una totale dedizione per il Genoa: rifiutò una serie di offerte irrinunciabili di diversi club. Vinse il bronzo alle Olimpiadi di Amsterdam nel 1928. Gli è stata dedicata una via nei pressi dello stadio.
Il grande De Prà è ora nella Hall of Fame degli intramontabili. Domani, prima del fischio d’inizio di Genoa-Monza il club celebra la ricorrenza di quell’amichevole Italia-Spagna, in cui, nonostante quell’infortunio gravissimo, non fece passare un solo pallone nella sua porta.
