Correva l’anno 1965: il Genoa perse al Ferraris con il Torino il suo ultimo incontro senza la casacca rossoblù

In occasione del posticipo di lunedì 11 maggio 2015 il Genoa giocherà con maglie blu bordate di rosso celebrative del successo nel primo Campionato Italiano di calcio (o, come si diceva all’epoca, di football) ottenuto l’8 maggio di 117 anni fa con le progenitrici dell’avversario di giornata, il Torino. Quando, dopo otto anni di assenza […]


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In occasione del posticipo di lunedì 11 maggio 2015 il Genoa giocherà con maglie blu bordate di rosso celebrative del successo nel primo Campionato Italiano di calcio (o, come si diceva all’epoca, di football) ottenuto l’8 maggio di 117 anni fa con le progenitrici dell’avversario di giornata, il Torino. Quando, dopo otto anni di assenza dal massimo campionato, di cui i granata, eccezion fatta per la stagione 1959/1960, erano ospiti fissi, il Genoa nel 1973 fece ritorno in Serie A, era cambiata la regola che imponeva alle squadre ospitanti (fino al 1967/1968) anziché a quelle ospiti di indossare la seconda maglia.

L’ultimo incontro ufficiale al “Luigi Ferraris” tra il Genoa con la seconda maglia (bianca con fascia orizzontale rossoblù) e il Torino fu, quindi, quello, valido per la XXV giornata della Serie A 1964/1965, disputato domenica 21 marzo 1965 e vinto 2-1 dagli ospiti, nelle cui fila giocava con la maglia numero 11 l’ex idolo della Gradinata Nord (ceduto al Torino durante la precedente estate) Luigi «Gigi» Meroni II, che i tifosi del Genoa non avrebbero immaginato di non rivedere più come avversario della loro squadra del cuore. La formazione piemontese, allenata da Nereo «Paron» Rocco, chiuse in vantaggio per 2-0 il 1° tempo in virtù di una rete al 14’ di Giorgio Ferrini, realizzata con un violento tiro, scoccato poco dentro l’area di rigore, a mezz’altezza alla sinistra di Mario Da Pozzo, e al 38’ di Enrico Albrigi, il quale, scattato in sospetta posizione di fuorigioco, su lancio di Ferrini, fece partire, dopo aver bruciato sullo scatto Elio Vanara, un secco tiro dal basso in alto, a cui non riuscì ad opporsi l’estremo difensore genoano.

Dopo aver sciupato nel 1° tempo con Franco «il Tigre di Ronco» Rivara di testa al 14’ e con Glauco «Nino» Gilardoni di piede al 37’ due favorevolissime occasioni, il Genoa si scontrò nella ripresa con la «giornata di grazia» del portiere Lido «Pinza» Vieri, che negò la gioia per quattro volte (al 9’, al 20’, al 25’ e al 44’) del «goal dell’ex» all’italo-argentino Marcos «Chico» Locatelli e per una (all’11’) della rete a Gilardoni e (al 15’) e a Renato Cappellini, il quale, a un minuto dal termine dell’incontro, avrebbe segnato la tardiva ed unica rete genoana, riprendendo un traversone rasoterra dalla linea di fondo del tedesco occidentale Rudolf «Rudi» Kölbl, dopo l’ennesimo prodigioso intervento dell’estremo difensore dei granata. 

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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