Coda trascina il Genoa: vittoria che può dare fiducia alla squadra

La Lazio concede campo, i rossoblù lo aggrediscono: tripletta dell'ariete

Genoa Coda
Coda festeggiato (foto Genoa cfc Tanopress)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

In poco più di centottanta minuti di amichevoli estive il Genoa ha incontrato due squadre rappresentative dello stile di gioco delle partecipanti alla prossima Serie B: mentre in A ciascun club tenta di giocare a calcio, talvolta con risultati al di sotto delle aspettative, le formazioni di cadetteria polarizzano l’identità spingendola, per necessaria sopravvivenza, verso l’usitato dogma della palla lunga o, a contrario, in direzione della spettacolarizzazione della partita. É ben chiaro dove Sarri si accasi, anche e soprattutto a costo di rischiare di incassare sette od otto gol, per lo più in fotocopia, da una squadra retrocessa il cui principale problema resta la prolificità. Si fossero scambiati le maglie invertendole prima di entrare in campo a Grassau, borgo posto a cento chilometri da Monaco di Baviera, nessuno avrebbe sollevato eccezioni al risultato che, invece, premia la compagine di grado inferiore che banchetta vorace dopo le briciole con il Maiorca.

Il Genoa, in evidente crescita fisica, approfitta di una Lazio sfilacciata e atleticamente a pezzi: la prende alta con il principio base del Gegenpressing, pungendo la costruzione dal basso imposta da Sarri che risulta lenta, quasi leziosa. Infatti gli uomini di mister Blessin segnano tre dei quattro gol su palla recuperata innescando velocemente le punte e sfaldando gli avversari sulla destra dove Hefti comanda, Badelj controlla dal pontile ed Ekuban rifinisce con corsa e generosità; più farraginosa, addentrandosi nel dettaglio tattico, l’azione rossoblù scaturente dalla fascia sinistra, dove la fluidità di palleggio accusa ancora una volta un tempo di gioco di troppo a causa dell’assenza di un difensore centrale sinistrorso. L’orologio batte i secondi non soltanto con gli ingranaggi grossi. La Lazio ha concesso campo, il Genoa l’ha aggredito dimostrando che tale concetto, già esibito in A contro avversari di qualità tecnica come Atalanta e Inter, è dato per acquisito: serve completare il tutto imparando ad variare il gioco e scardinare le difese chiuse che in Serie B vanno per la maggiore.

Il Grifo ha un’ossatura che inizia da Bani, passa per Badelj e termina con Coda, autentico mattatore del pomeriggio bavarese. L’ariete segna una tripletta, incanta come fece Piatek al debutto estivo esibendo un repertorio tecnico vasto, da attaccante completo, composto essenzialmente da tecnica, smarcamento e potenza: il primo gol è una splendida giocata individuale composta da suola, esterno piede e tiro incrociato tra quattro difendenti della Lazio; le restanti marcature sono un attacco al secondo palo da predatore dell’area e una conclusione improvvisa esplosa dal perimetro dei diciotto metri. Se un centravanti di questo calibro fosse arrivato a gennaio il Genoa si sarebbe salvato: ora tocca calarsi nella giusta mentalità umile ed equilibrata per vincere un campionato «sporco», come ha cesellato il ds Ottolini lasciando presagire maggiore cognizione di causa in chi è arrivato da sette giorni rispetto ad altri che operano da sette mesi.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.