«Mi sembra di capire che ci sono un po’di idee troppo annebbiate». Interpellato da Radio Sportiva, Simone Braglia esprime la sua opinione sulla scelta del nuovo tecnico da parte del Genoa: dopo il no di Ballardini, si parla di Nicola, Lopez e di un eventuale ritorno di Andreazzoli. Ecco quanto ha riferito l’ex portiere rossoblù, eroe di Anfield Road.
CERTEZZE – «Occorrerebbero delle certezze: mi sembra invece che tanta chiarezza non ci sia. Ciò sia per la scelta dell’allenatore e sia perché i tecnici avvicinati dalla società non tutti danno risposte affermative».
PROBLEMI – «Le prime due partite contro Roma e Fiorentina sono state positive: poi qualcosa è successo nell’ambito gesitionale: è impossibile che una rosa come quella del Genoa sia inferiore, con tutto il rispetto, a quella del Brescia, del Lecce o della Sampdoria. Se andiamo a vedere dall’anno scorso sono cambiati 6-7 allenatori, 4-5 direttori sportivi, qualcosa non va all’apice»
PINAMONTI – «Pensavo che potesse essere un giocatore diverso da quello che sta dimostrando. E sono convinto che se si trasferisse in un altro club potrebbe rendere molto: purtroppo giocare al Ferraris in un momento così delicato e così confuso può creare problemi a un giovane che non ha l’esperienza necessaria. Tranne Pandev, non c’è nessun altro che può guidare i giovani in attacco e segnare gol importanti che diano beneficio al Genoa».
RADU – «Se è pronto per un salto in una grande squadra? No. E’ un buon portiere di prospettiva, ma deve ancora fare esperienza per giocare in un club di medio-alta classifica. E’ un campionato e mezzo che gioca in serie A nel Genoa: in precedenza ha disputato 22 partite in serie B. Un portiere deve fare gavetta prima di raggiungere traguardi ambiziosi e prestigiosi».