Blazquez: «Investiti oltre 110 milioni di euro. Sostenibilità e centro giovanile diffuso»

Il ceo rossoblù: «Prima il debito non calava perché Preziosi non pagava niente»

Blazquez Genoa
Il ceo Andres Blazquez (Foto Genoa cfc Tanopress)

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Il futuro del Genoa e delle sue strutture per il settore giovanile. Andres Blazquez, ceo del Genoa, spiega le strategie in un’intervista a Telenord: «Sulla badia è in corso una gara per i lavori, spero di scegliere la ditta aggiudicataria entro Natale: sarà pronta per fine luglio. Apriremo un’accademia diffusa sulla città ma racchiusa in cinque minuti d’auto o di trasporto pubblico, sarebbe stato meglio avere tutto in un unico centro ma Genova ha un’orografia che ce lo impedisce: nell’area di Cornigliano avremo più di un campo. Vogliamo spostare una parte della società nel centro storico di Genova, abbiamo trovato un posto davvero interessante».

«Nella nostra società è cambiato l’ottimismo, nutriamo obiettivi ambiziosi su più livelli. L’idea della riduzione del debtio è nata due anni fa, un lavoro non banale del direttore Vincis e dei consulenti: ci permetterà di arrivare più facilmente a una velocità sostenibile, e per sostenibilità intendo che i ricavi ricorrenti siano più alti dei costi ricorrenti. Il Genoa deve stare in equilibrio e non perdere denaro e qualità. É stato importante il lavoro del marketing che ha triplicato introiti e incassi da stadio: siamo passati da vendere duemila magliette a una proiezione di 30/35mila pezzi di abbigliamento venduti. I modelli nel calcio sono tanti (Atalanta, Sassuolo, Empoli, Roma e Milan stanno facendo un grande lavoro) ma il Genoa ha caratteristiche tutte sue da sviluppare» spiega il dirigente genoano.

«Secondo noi le plusvalenze non sono il futuro perché così inizi la stagione sapendo che puoi spendere di meno, ne faremo qualcuna ma ogni tanto. In passato il debito aumentava perché Preziosi non pagava niente, è come avere il cemento ai piedi: 777 Partners già ha investito 110-112 milioni di euro. Shevchenko? É stato un errore, ma non così Blessin: era il tecnico giusto, non si è abituato alla dinamica italiana. In Lega c’è una spaccatura tra club 7 a 13, chi arriva dall’estero non ha ragiona secondo questo paradigma: è importante che in Serie A ci siano più proprietà straniere, come Parma e Venezia. Lotito è innovativo e ha aiutato il calcio italiano, mi trovo bene con lui. In Italia, il problema sono gli stadi che devono essere più accoglienti per le famiglie: la Spagna, ad esempio, entro tre anni avrà tutti gli impianti nuovi, siamo indietro» aggiunge Blazquez.

A proposito di stadio e rinnovo del Ferraris: «Il progetto è pronto, i lavori partiranno dalla tribuna nell’estate 2026, lo stadio deve essere pronto per Euro ’32 entro il 2027. Il Ferraris non sarà demolito ma lo rifaremo per settori: Genoa e Sampdoria giocheranno in trasferta le prime e le ultime partite degli anni dei lavori di ristrutturazione. Avremo molti più spazi per hospitality, eventi, matrimoni, convention; con il progetto metro, il quartiere di Marassi può essere rigenerato».

«Calciomercato? Stiamo lavorando, qualcosa è già uscito ma non voglio anticipare niente: serve congruenza con la sostenibilità, risparmiare ingaggi con calciatori che abbiamo in rosa. La squadra è unita e sa che può vincere tutte le partite. Non sono contento di aver perso 9 punti negli ultimi minuti, saremmo da zona Champions League: Gilardino ci sta lavorando, il nostro obiettivo non è la salvezza ma fare di meglio perché la squadra è importante» chiosa Blazquez.

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