Ballardini conduce la rivoluzione gentile: ad aprile la volata finale

Sei vittorie in quindici partite, gli ultimi sei punti conquistati con quattro uomini differenti

Ballardini Genoa
Le indicazioni di mister Ballardini (foto di Genoa CFC Tanopress)

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La rivoluzione gentile di Ballardini, la quale ha portato in dote sei vittorie in quindici giornate di campionato, ha un profondo senso tattico e motivazionale cui fa da contraltare la relativa semplicità ideologica: il Genoa fa punti quando il calendario presenta curve e non spigoli. Così è stato contro Spezia, Bologna, Cagliari, Crotone e Parma: cinque vittorie, quindici punti, pertanto oltre un terzo di salvezza nel carniere in anticipo sulla primavera. Più altri risultati stretti raccolti contro Torino e nel derby. Con Ballardini il Grifone ha capito che per conseguire l’obiettivo stagionale, ossia i quaranta punti il prima possibile, fosse necessario cambiare marcia, accettare di fare fatica in ogni partita e crescere come squadra. Così anche le false curve dell’inverno (in primis Verona e Udinese), che in realtà nascondevano una scarpata, sono diventate delle occasioni per marcare una tacca in classifica e procedere verso la salvezza.

La rimonta di Parma concede al Genoa il lusso di non macerare nell’inquietudine e nei dubbi che la sosta porta naturalmente in seno giacché essa dilata i tempi tra l’ultima e la ventura uscita e altresì rallenta il veloce transitare della forma fisica. Non sarà così per i sette Nazionali rossoblù sparpagliati in giro per il mondo, peraltro taluni hanno riscoperto il piacere della convocazione patria dopo un periodo d’astinenza: tranne Shomurodov, impegnato in uno stage in Uzbekistan, essi disputeranno allenamenti massimali e partite vere, dunque non amichevoli d’accademia. Il resto del gruppo rossoblù si riunirà al centro sportivo di Pegli già da domani per analizzare gli errori commessi al Tardini, soprattutto in quello che Ballardini non ha esitato a definire come il «peggior primo tempo da quando sono tornato al Genoa», anche perché sinora i primi tempi non ne aveva sbagliati, e imboccare il percorso di mentalizzazione della Fiorentina.

Ci sarà tempo per pensare a tattiche e giocate da mettere in atto nel turno di Pasqua, abbrivio della volata finale verso il 23 maggio. Il giorno prima che il Piave mormori. Intanto, la Quaresima del Grifone che volge al termine non è stata così magra e irta di fioretti e sacrifici come alcuni profeti teorizzavano: eccezion fatta per l’occasione sprecata contro la Sampdoria, il Genoa ha raccolto sei punti in altrettante partite grazie a quattro uomini chiave differenti (Badelj, Zappacosta, Pandev e infine Scamacca). Sintomo che la squadra è completamente coinvolta e consapevole della delicatezza dell’importante impegno assunto nei confronti del Popolo genoano nel campionato più difficile del dopoguerra, tra l’incognita sempre in aggiuato del Covid-19 e la pesante assenza dell’imprescindibile componente del pubblico negli stadi vuoti. Laddove la rivoluzione gentile di Ballardini fa ancora più rumore.

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