Andreazzoli lo tenga sempre presente: il Genoa è soprattutto senso di appartenenza

Il tecnico si troverà in questo ambiente genoano, che, attenzione, non è proprio come tutti gli altri

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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C’è un certo silenzio attorno al Genoa e alle sue “mosse” in vista del mercato: passata la buriana, Preziosi si sta mettendo su un percorso che sembra abbastanza serio.

E’ arrivato Andreazzoli, 66 anni; si dice possieda vasta esperienza e conoscenza approfondita del calcio; un tecnico che sa confrontarsi con eleganza (speriamo non troppo) con i suoi uomini.

Certamente un bell’esperimento, da tutti i punti di vista, perché Andreazzoli è arrivato all’esperienza come allenatore in un club importante (anche se ha seguito a ruota tecnici di valore) e poi si troverà in questo ambiente genoano, che, attenzione, non è proprio come tutti gli altri.

Il mondo rossoblu, si sa, è un mondo a parte, sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista umano. Il Genoa (lo diciamo ad Andreazzoli) non è soltanto una società di calcio, ma è un “dolce sentimento di appartenenza”, un modo di vivere il calcio, che supera schemi rigidamente tecnici e legati a fatti puramente economici. In questi anni l’”appartenenza” si è sentita poco, si è guardato di più ai bilanci, agli osservatori, alle plusvalenze che sono certamente importanti, ma non valgono quella che, in una parola, si chiama “passione”.

Andreazzoli, che sembra un gentiluomo con sentimenti giusti nei confronti del fatto – calcio, dovrebbe riuscire a tornare a questo “senso di appartenenza”. Sarebbe un gradito ritorno del Grifo alle sue belle tradizioni.

Intanto Preziosi si muove su due fronti: uno di puro mercato; l’altro per trovare l’acquirente tanto atteso. Noi sappiamo solo che il presidente ha una voglia “seria” di lasciare.

Vediamo il mercato: qualche nome si sta facendo e sembra che Andreazzoli abbia già avviato un suo personale pensiero circa i nuovi nomi che dovranno costruire il nuovo Grifo. Perché di “nuovo” bisogna parlare: la speranza è che rimangano sia Romero che Radu. Poi la difesa potrebbe essere già a posto, con Criscito e Zukanovic che abbiamo visto niente male in nazionale.

Il problema resta il centrocampo e la famosa “punta”: si dice che Andreazzoli sia in grado di gestire tutti i moduli possibili (e sarebbe anche giusto, visto che un tecnico dovrebbe “leggere” la gara e cambiare a seconda delle occasioni). Si dice che il suo modello sia il “3-5-2”. Si dice che è pronto a cambiare a seconda dei giocatori che avrà a disposizione.

Appunto: chi avrà mai a disposizione? E Preziosi, chi gli metterà davanti? La speranza è che, finalmente, il presidente trovi qualche nome “di lusso”; non tanti, ma almeno due (centrocampo e punta) che diano il senso della forza e della competitività alla squadra. Una volta tanto, se dovesse scoprire un nuovo Piontek (e lui è bravissimo in queste scoperte) dovrebbe giurare su quanto ha di più caro che lo terrebbe almeno per una stagione. Sarebbe un modo per giustificare quello che ha detto alla fine del campionato: «Una sofferenza come a Firenze non la voglio più avere!».

Poi ci sono i cosiddetti ”bravi” giocatori, che potrebbero dare quel valore aggiunto, ma che sono infortunati e e non si sa quando saranno disponibili: Sturaro (forse ottobre), Favilli (se “sano” potrebbe diventare diventare la “punta” giusta), Jiliemark (abile loi scorso anno, poi finito in infermeria).

Dunque, attenzione, amico Andreazzoli: il compito sarà duro. Ma si ricordi: il Genoa è anche – e, forse , soprattutto – un sentimento di appartenenza.

Vittorio Sirianni

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