Ancora una volta il Var ha colpito il Genoa

Un altro pasticcio della tecnologia in campo ha creato problemi al Grifone

Atalanta-Genoa
In alto il fallo di Zappacosta su Haps. Sotto, il tocco di mano di Lookman

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Gasperini era disperato, correva da una parte e dall’altra: il suo “allievo” Gilardino gli stava dando una bella lezioncina di gioco: primo tempo tranquillo, difesa ordinata, marcatura uomo su uomo. Certo c’è stata qualche occasione per l’Atalanta, ma Leali (rivelatosi ottimo numero uno) era lì per parare: ha svolto il suo compito con grande professionalità.

Nel secondo tempo, addirittura il Genoa è partito all’attacco. Però è successo un episodio, chiamiamolo “porta sfortuna” o “destino malefico”: vale a dire un arbitro che ha annullato un gol ai nerazzurri per fallo di mano e poi si rimangia la sua decisione ascoltando il VAR, questo terribile “mostro” che sta rovinando il gioco del calcio e che non ha mai le immagini giuste. Si pensava, ci dicevano almeno i soloni del regolamento, che l’ultima parola spetta sempre al direttore di gara. Ma evidentemente ormai il condizionamento psicologico dei direttori di gara nel confronti del VAR è vergognosamente assodato.

Purtroppo non ci capita quasi mai di vedere un arbitro che si assuma la sua responsabilità, dicendo “decido io”. Non accade mai: il direttore di gara sembra essere succube nei confronti di sua maestà il VAR, guai a non rispettare quello che dice il “superior”, un superiore che spesso non ha le immagini, che concede un gol irregolarissimo al Milan, che non vede un fallaccio su Haps in occasione del secondo gol della Dea. E così andiamo avanti. Il Grifo offre una buona prestazione, ma non fa i punti. E molti se la prendono con la mancanza di attaccanti, sui cambi di Gilardino, ma sono i pasticci della tecnologia in campo a creare problemi.

E’ chiaro però che la squadra, che ha certamente una sua linea di gioco, ha bisogno ancora di qualcosa. Molti sostengono che si sia di fronte alla mancanza di un centravanti e che in caso di infortunio si doveva prevederlo, tenendo magari quel che oggi (ossia Coda) sarebbe necessario e indispensabile, dopo però averlo atteso per un anno come il vero salvatore della squadra.

E poi come si fa a prevenire certe situazioni improvvise? Chi si poteva immaginare che, nello stesso tempo, ben due giocatori si infortunavano? Parliamo di Retegui e di Messias, che sono i due attaccanti acquistati nell’ultimo calciomercato per dare maggior peso al reparto offensivo, non due atleti qualunque.

Ovviamente la società potrà anche pensare a gennaio di trovare una ulteriore punta, anche se, ad esempio contro l’Atalanta Ekuban non ha davvero sfigurato e se Puscas avesse avuto un attimo in più di attenzione avrebbe potuto pareggiare e comunque sulla palla gol c’era eccome.

Venerdì prossimo con la Salernitana al Ferraris inizierà quello che qualcuno definisce il vero percorso del Grifone: attenzione, sono valutazioni queste che lasciano il tempo che trovano. Il Genoa ha giocato le sue migliori partite con tutte le cosiddette “grandi” ed è opinione di tutti i commentatori che ha perso immeritatamente almeno quattro o cinque punti. Dunque: il problema è uno solo. Continuare a giocare così, cioè con una squadra coesa, attenta, coraggiosa, mai in ansia, sperando nel recupero di qualcuno degli infortunati (Retegui, Messias e Strootman: Badelj è tornato ieri in panchina), la cui mancanza ha segnato negativamente questo momento.

Intanto scopriamo un eccellente Leali, garanzia assoluta di rendimento, e questo è un dato interessante. E poi una nota tattica: abbiamo visto la difesa rossoblù non partire dal basso (speriamo che continui così), palla lunga e pedalare. La squadra è rimasta sempre con il baricentro alto con la possibilità di maggiori occasioni offensive. Finalmente la “sciagurata” partenza dal basso perderà interesse.

Vittorio Sirianni

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni
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