Aguilera: «Al Genoa servirebbe uno alla Skuhravy»

L'ex attaccante del Grifone a TMW: «Amo Genova. E' stata davvero una dei momenti più importanti per me. Mi vollero il presidente Spinelli e Scoglio»

Aguilera
Aguilera con la maglia del Genoa (Foto Wikipedia)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Pato Aguilera, ex indimenticato attaccante del Genoa dei primi anni ’90, ha parlato della fantastica squadra di Bagnoli ai microfoni di TMW. L’ex giocatore uruguaiano ha spiegato di non vedere molto la sua ex squadra: «Poco perchè non fanno vedere tante partite qui in Uruguay. Mi sembra che giochi bene ma non abbia uno che la butta dentro spesso». Secondo Aguilera «servirebbe uno alla Skuhravy» per segnare più gol e migliorare la classifica. Ecco tutti gli altri punti dell’intervista.

GENOVA – Amo quella città. E’ stata davvero una dei momenti più importanti per me. Mi vollero il presidente e Scoglio. Ma di quel periodo, visto che sono stato lì per tre anni, voglio citare anche Bagnoli, un grande tecnico davvero.

DOVE VIVEVA – A Pegli. Io ho sempre preferito prendere casa vicino al centro sportivo. In cinque minuti ero al campo. Ricordo la gente che mi fermava, voleva parlare, mi dimostrava affetto. Sono due anni che non vado a Genova, ho voglia di tornare. E mi sembrerà molto strano e triste non poter riabbracciare alcuni amici che non ci sono più come l’avvocato Carlo Biondi o Pippo Spagnolo. A Genova sono stato così bene che mi sentivo come in Uruguay. Anche quando sono tornato dopo aver smesso di giocare, sono stato accolto trionfalmente a Marassi. I tifosi genoani sono passionali e sanguigni, come quelli del Toro. Solo che a Genova le persone sono più vicine al campo e ti possono coinvolgere di più.

ANFIELD ROAD PARTITA PIU’ BELLA – “Sicuramente quando col Genoa abbiamo vinto a Liverpool nella stagione ’91-92. Quel giorno per la prima volta da quando giocavo a calcio avevo una sana paura. Per l’ambiente in cui entravamo, così pieno di frastuono, fascino e storia. Però poi giocammo una gara eccezionale, ne uscimmo con un successo, fummo la prima squadra italiana a prendersi la vittoria ad Anfield Road. Resta qualcosa unico per me e per tutti i genoani. Quella mia doppietta al Liverpool non si può dimenticare”.

SKUHRAVY – Ci completavamo. Devo dire che mi manca Tomas. Spero di rivederlo presto. Era facile giocare con lui. L’anno in cui andammo in Uefa segnammo quindici gol a testa. Io tiravo anche i rigori, a differenza di Tomas.

SCOGLIO – Fu lui a dire al presidente di prendermi. Era andato una volta a seguire Perdomo e notò anche me. Era davvero il Professore. Ti diceva sempre le cose giuste, come muoverti in campo, come staccarti dalla marcatura. Ma ripeto, voglio citare anche Bagnoli. Fu straordinario. Mi diceva sempre: non aver paura di giocare a calcio.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.