Lettera/Daniele Ottonello: «La mia dichiarazione d’amore per il Genoa»

Il nostro lettore racconta gli stati d'animo dei genoani quando si vince e quando si perde

Genoa
Tifo in Gradinata Nord durante Genoa-Benevento di Coppa Italia

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Quando perde il Genoa, non perde la squadra, non perde il mister, non perde lo staff, non perde la società. Quando perde il Genoa, perdono i bambini, portati allo stadio dai genitori per fargli vedere la cosa che gli resterà attaccata alla pelle fino alla fine dei loro giorni; perdono gli stessi genitori che dichiarano in modo fiero di non voler fare il cambio con nessun’altra fede calcistica, con il loro motto reso eterno dalle scritte sui muri della Nord del Ferraris: “Sei genoano, vuoi anche vincere?”; perdono i ragazzi, uniti per 3 ore tutti insieme a sgolarsi, a finire i bicchieri di birra che non sono mai abbastanza, a fumare tutti insieme in determinate posizioni per scaramanzia, ad arrabbiarsi, a sbraitare, ma pronti ad esultare e a difendere la loro fede anche davanti al Vaticano; perdono i gruppi che si fanno giornate intere per organizzare il tifo e lo striscione e hanno la riconoscenza di 30000 persone ogni maledetta domenica; perde chi si fa i chilometri per sostenere la squadra ovunque. Perdono tutti, eppure più perdono, più il loro amore per il Genoa diventa viscerale, ti prende in tutto il corpo, ti trasporta in tutta Italia con un brivido dato dalla tachicardia che ti assale dal momento in cui prendi la sciarpa, al momento in cui arrivano quei dannati 3 fischi che vorresti non arrivassero mai, per congelare quella magia che vorresti durasse per sempre.

Questa è la magia del Genoa, questi sono i Genoani, questa è la storia del popolo più bello che sia esistito in tutte le epoche storiche. La città si ferma per 3 ore e, chi è di Genova veramente, chi tifa la squadra dei suoi bisnonni e non chi tifa per moda squadre che ai tempi dei suoi nonni non esistevano ancora trema per 3 ore e sa che quei dannati 90 minuti condizioneranno la sua settimana.

E quando si vince? Troppo facile parlare di quando si vince, lascio spazio alla vostra immaginazione figurarvi nella mente ciò che succede dopo una vittoria, se già quando si perde c’è questo entusiasmo e questo amore. Oggi è la prima partita di un’altra stagione piena di battaglie, la prima partita di una stagione dove abbiamo la speranza, forte, di tornare grandi, di liberarci dagli incubi e di tornare a volare, come il nostro stemma rappresenta. Oggi vi stringo tutti virtualmente e non, allora prendiamo le sciarpe e innalziamo cori per il nostro grifone, per il nostro Genoa, per il nostro amore più grande. Vi voglio bene, NOI SIAMO I GENOANI.

Daniele Ottonello

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