Il saluto al professor Luraschi, con la sciarpa del Genoa per il viaggio al terzo anello

L’amore dei suoi familiari, i numerosissimi studenti che lo ricordano dietro a una cattedra e una sciarpa del Genoa, la sua squadra del cuore, appoggiata sulla bara. C’era tutto l’universo di Giorgio Luraschi, ieri pomeriggio, nella basilica di Sant’Abbondio, gremita per rendere l’ultimo saluto al “prof” che «non dimenticheremo mai», come hanno scritto gli studenti […]


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L’amore dei suoi familiari, i numerosissimi studenti che lo ricordano dietro a una cattedra e una sciarpa del Genoa, la sua squadra del cuore, appoggiata sulla bara. C’era tutto l’universo di Giorgio Luraschi, ieri pomeriggio, nella basilica di Sant’Abbondio, gremita per rendere l’ultimo saluto al “prof” che «non dimenticheremo mai», come hanno scritto gli studenti sotto una foto del loro professore appesa sulla porta della chiesa.

Erano in molti ad attendere l’arrivo della bara. Dal sindaco Stefano Bruni a numerosi altri esponenti della vita politica, sociale e culturale cittadina. Ma soprattutto c’erano tantissimi giovani. Tutti commossi e increduli per aver perso, oltre che un insegnante appassionato, un vero e proprio punto di riferimento. Commosso il ricordo di don Giorgio Cristiani che ha officiato la funzione insieme a don Andrea Messaggi e ad altri parroci che hanno conosciuto Luraschi. «Era solito dire che era un peccatore – ha ricordato don Giorgio – ma aveva fiducia nell’amico Gesù».

Giorgio Luraschi, 68 anni, professore di Diritto romano e tra i pionieri dell’Università dell’Insubria, si è spento mercoledì scorso dopo una lunga malattia. Da domenica era ricoverato all’ospedale Sant’Anna in condizioni critiche. «Ha vissuto questa situazione dolorosa e difficile ovviamente con il pensiero della morte, ma non si è mai fatto abbattere», ha aggiunto don Giorgio.

Il momento più toccante si è vissuto verso la fine della celebrazione, quando l’amata moglie Simona ha letto una lettera commovente che ha fatto scattare un fragoroso applauso.

«Tutto questo non lo abbiamo deciso noi – ha ricordato la moglie del professor Giorgio Luraschi riferendosi alla cerimonia funebre – Ha programmato tutto lui, dalla sciarpa del Genoa alla musica. Il modo migliore per amarlo e ricordarlo è parlare di lui. Facendo così Giorgio, dal terzo anello di Marassi, lo stadio di Genova dove andava a vedere la squadra del cuore, vi ringrazierà. Il suo più grande dispiacere è stato di non poter dare ai suoi cuccioli di 11 mesi la sua impronta».

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