Federsupporter: “quer pasticciaccio brutto” della riforma del Regolamento agenti Figc

Più volte Federsupporter ha avuto modo di occuparsi dell’attività degli Agenti di calciatori. Recentemente, in materia, ha inviato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali due esposti, l’uno del 18 ottobre e l’altro del 15 novembre scorsi (entrambi sono consultabili sul sito www.federsupporter.it), in cui si evidenzia come la suddetta attività non sia conforme alla […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Più volte Federsupporter ha avuto modo di occuparsi dell’attività degli Agenti di calciatori. Recentemente, in materia, ha inviato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali due esposti, l’uno del 18 ottobre e l’altro del 15 novembre scorsi (entrambi sono consultabili sul sito www.federsupporter.it), in cui si evidenzia come la suddetta attività non sia conforme alla normativa statale sull’occupazione e sul mercato del lavoro (i calciatori professionisti sono, per legge, lavoratori dipendenti) e come essa abbia dato e dia luogo a rilevanti fenomeni di evasione ed elusione fiscale, accertati o in via di accertamento da parte sia dell’Amministrazione Finanziaria sia di Organi della Giustizia Tributaria, Civile e Penale.

A ciò si aggiungano i numerosi deferimenti di Agenti di calciatori, società e calciatori stessi (finora, 25 Agenti, 15 Dirigenti e 10 calciatori, tra Serie A e B), finiti quasi tutti o con patteggiamenti di pena o con condanne, in primo e secondo grado, per plurime violazioni del Codice di Giustizia Sportiva e del Regolamento Agenti FIGC.

Alla luce di tutto quanto precede, si apprende, con stupore, ma non troppo, da notizie di stampa (vedasi, in particolare, l’articolo, a firma di Matteo Brega, a pagina 18 de “La Gazzetta dello Sport” del 20 novembre scorso), che la Commissione della Lega Calcio di Serie A, incaricata di formulare proposte di modifica del citato Regolamento FIGC, vorrebbe, secondo quello che è dato di capire, rendere assolutamente promiscua e non distinguibile l’attività dell’Agente a favore del calciatore e della società, potendo lo stesso Agente essere indistintamente pagato, per le sue prestazioni, sia dall’uno che dall’altra.

Proposte che, se confermate, darebbero il senso di una totale ignoranza e noncuranza delle norme statali che regolano l’attività di intermediazione, tale è, infatti, secondo l’art.2 del Decreto Legislativo n.276/2003, l’attività di mediazione tra domanda ed offerta di lavoro, nonché delle norme statali che regolano l’attività di ricerca e selezione di personale lavorativo; attività in cui si estrinsecano le prestazioni svolte dagli Agenti di calciatori.

Non solo, ma esse darebbero il senso di una totale ignoranza e noncuranza delle norme regolamentari FIFA che disciplinano la suddetta attività: norme cui la regolamentazione FIGC è tenuta ad uniformarsi.

Regole che, nel mentre espressamente prevedono (art.2 Regolamento FIFA) l’obbligo di adempiere alla legislazione applicabile nel territorio della Federazione in cui l’Agente svolge la sua attività, “con particolare riferimento alle leggi in materia di occupazione”, stabiliscono, come propri caposaldi, che l’Agente, il quale può rappresentare gli interessi sia di un calciatore sia di una società, non può, però, rappresentare gli interessi di più di una parte nella stipula di un contratto (art.20 Regolamento citato), nonché deve evitare qualsiasi conflitto di interessi (art.16 Regolamento citato).

Laddove, viceversa, sembra che la Lega Calcio di Serie A voglia un Regolamento FIGC che ignori e sovverta proprio i due principi e le due statuizioni fondamentali sopra enunciati.

Cosa che, a tacere di ogni altra considerazione e valutazione, sarebbe impossibile, poiché, come si è visto, il Regolamento FIGC non può discostarsi da quello FIFA.

Ancora una volta, si deve constatare come unica regola che pare stare a cuore al calcio cosiddetto “che conta” sia quella del “vogliamo fare come ci pare”.

Un calcio che si ritiene evidentemente al di fuori e al di sopra, non solo delle norme dell’ordinamento statale, ma, addirittura, di quelle dello stesso ordinamento sportivo.

E’, pertanto, necessario ed indifferibile che sia lo Stato sia il CONI intervengano, per quanto di rispettiva competenza istituzionale, onde far finalmente comprendere a tutti, in specie a “lor signori”, che il calcio non è né una “terra di nessuno” né “il paese delle meraviglie”.

Per finire, ci si augura che sia giunto il momento che venga eletto un Presidente delle Lega Calcio di Serie A, il quale, diversamente da quello attuale, non si trovi in una palese situazione di, ancorché potenziale, conflitto di interessi, essendo, contemporaneamente e non da ora, Presidente della suddetta Lega e dirigente apicale di un Istituto di Credito azionista rilevante di una delle società appartenenti alla stessa Lega.

Avvocato Massimo Rossetti

Responsabile area legale Federsupporter

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.