Alle 17 le celebrazioni per il centenario della morte di James Spensley

La Fondazione Genoa 1893 e il Centro Studi Mario Mazza, in collaborazione con il Genoa Cfc, il Settore Giovanile e Genoa Cfc Scuola Calcio Barabino&Partners, desiderano rendere omaggio a James Richardson Spensley con una serie di iniziative, nel centenario della morte avvenuta il 10 novembre 1915. Alle ore 17 presso la Sala 1893 del Museo […]


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La Fondazione Genoa 1893 e il Centro Studi Mario Mazza, in collaborazione con il Genoa Cfc, il Settore Giovanile e Genoa Cfc Scuola Calcio Barabino&Partners, desiderano rendere omaggio a James Richardson Spensley con una serie di iniziative, nel centenario della morte avvenuta il 10 novembre 1915.

Alle ore 17 presso la Sala 1893 del Museo della Storia del Genoa verrà ricordata la figura poliedrica del dottor J.R. Spensley, giunto a Genova nel 1896 e ritenuto uno dei grandi padri fondatori del football, tra i promotori del movimento dello scautismo in Italia. All’incontro prenderanno parte, oltre ai relatori Stefano Massa e Giovanni Villani in rappresentanza della Fondazione, Franco Savelli per il Centro Studi Mario Mazza, il giornalista Mario Riggio, Giancarlo Rabacchi e Fabio Salvo per il Comitato Organizzatore Torneo J.R. Spensley. Il saluto delle Autorità sarà portato dal console di Gran Bretagna a Genova, l’avvocato Denise Dardani. L’ingresso è libero sino a esaurimento posti.

Alle ore 18.30, presso la Basilica di Santa Maria delle Vigne nel cuore del centro storico, verrà celebrata una messa in suffragio cui è invitata la comunità genoana. Prossimamente inoltre rappresentanti della Fondazione Genoa 1893 e del Centro Studi Mario Mazza si recheranno a Kassel, in Germania, presso il Cimitero dei Caduti del Commonwealth nella Guerra 1914-18 dove riposa la salma, per una cerimonia di commemorazione.

CENNI BIOGRAFICI

James Richardson Spensley nacque a Stoke Newington (Londra) il 17 maggio 1867, figlio del Reverendo William Spensley ed Elizabeth Alice. Nell’ambito del percorso scolastico James studiò medicina e chirurgia presso l’Ospedale di Londra, dove, dopo la laurea certificata nel 1891, praticò come chirurgo interno e assistente del professor Down (scopritore della sindrome che porta il suo nome).

Nel 1896 James fu inviato a Genova per assistere i membri degli equipaggi delle navi carboniere britanniche che vi facevano scalo. Si fermò per 19 anni inserendosi perfettamente nel tessuto sociale cittadino. Da buon inglese e da grande sportivo, si iscrisse al Genoa Cricket and Athletic Club e subito propose l’estensione delle attività sportive al football, assumendo di fatto il ruolo di pioniere del calcio in Italia.

Gentiluomo colto ed eclettico, James intratteneva persone di ogni ceto sociale ai tavoli dei caffè del centro, discutendo dalla filosofia alla matematica, dalle lettere antiche ai geroglifici. Grazie alla sua indole di filantropo prestava gratuitamente l’opera di medico a favore degli abitanti più poveri del centro storico, dando spesso, insieme al supporto, anche il denaro necessario per le terapie.

Il buon dottore, “U Mêgu ingleise”, come era familiarmente chiamato sulle banchine e nei vicoli, la sera si trasformava in insegnante e teneva corsi di alfabetizzazione per piccoli venditori di fiammiferi e giornali. Essendo pure un valente pugile, insegnava loro i segreti della “noble art”.

Capitano del football, organizzava incontri che inizialmente opponevano la squadra del Genoa agli equipaggi inglesi sul terreno storico di Ponte Carrega. Con la diffusione del calcio, nel 1898 si giunse a giocare il primo campionato italiano, che, come tutti sanno, fu appannaggio del Genoa Cricket and Football Club. Per altre cinque volte Spensley, portiere e capitano guidò i futuri “rosso-blu” a vincere il campionato nazionale.

Fu nel 1910 che Spensley venne a conoscenza di un movimento, nato nella sua patria, che proponeva ai giovani avventure all’aria aperta, crescendo in salute e rafforzandone il carattere e la responsabilità individuale, nella scoperta del mondo circostante. Nello stesso anno incontrò in Inghilterra il generale Baden-Powell, che solo tre anni prima aveva progettato e sperimentato quel metodo educativo. Tornato in Italia, incontrò il maestro genovese Mario Mazza che applicava un metodo simile con ragazzi riuniti in gruppi chiamati “Gioiose”. Ottenuto dal Comune uno spazio nella chiesa medievale di S.Agostino, sconsacrata dall’epoca napoleonica, Spensley, divenne “commissario” della nuova Associazione. Fino al 1914 il Dr. Spensley impegnò tutto il tempo libero come capo dei “Ragazzi Esploratori”.  Aveva scoperto nella valle del fiume Bisagno una casetta rosa, nei pressi di un altopiano e un bosco di castagni. Ebbene James l’arredò come una baita di montagna, attrezzandola come base per bivacchi, giochi ed escursioni; ancora oggi, per i vecchi scout, questo posto è la ” Valletta Spensley”.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, Spensley non esitò a offrire i suoi servizi al proprio paese, come  medico dell’esercito. Un anno al fronte. Poi la triste notizia della sua morte raggiunse Genova. Era stato gravemente ferito il 25 settembre 1915 nelle Fiandre. Colleghi ufficiali riferirono che fu colpito mentre stava aiutando un ufficiale ferito (o un ferito avversario, secondo un’altra fonte), nonostante uno spaventoso fuoco nemico e che “per due volte venne tirato giù sotto copertura contro la sua volontà”. Sopravvisse un mese e mezzo grazie alla sua fibra di atleta, prigioniero nella fortezza di Magonza, dove spirò il 10 novembre 1915. Fu sepolto con gli onori militari resigli dagli ufficiali alleati prigionieri ed anche dagli ufficiali tedeschi.

Oggi il dottor Spensley riposa nel cimitero militare inglese di Niederzwehren presso Kassel. Nelle vicinanze si estende un campo di calcio… La leggenda continua.

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