Signori, anzi, Simoni si nasce: leggenda del Genoa

Il ricordo dell'ex capitano e mister rossoblù nato il 22 gennaio 1939 a Crevalcore

Simoni Genoa
I genoani ringraziano Gigi Simoni in uno striscione d'epoca

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Il calcio di oggi avrebbe bisogno di figure dall’elevato spessore umano come Gigi Simoni. Anche chi non l’ha conosciuto, ma ne ha sentito tramandare le gesta, sa che il mister, ex capitano del Genoa, ha avuto la straordinaria capacità di farsi amare in ogni piazza senza ruffianeria o secondi fini. Da Brescia a Pisa, da Cremona a Milano, passando per Napoli, Ancona e Gubbio. Non c’era provincia per Simoni: solo piccole capitali calcistiche intrise di passione. E, sopra tutte, la Genova rossoblù, che iniziava da “Mentana” alla Foce, il suo quartier generale dove quotidianamente dedicava spazio ai giornalisti parlando con loro al telefono – cosa impensabile oggi – e terminava al Ferraris, o cànpo do Zêna: entrambi, per ironia della sorte, nati nello stesso giorno.

Simoni è Genoa-Lecco 1-0 (gol di Sidio Corradi), di fronte a 55mila persone che ancora oggi sono capaci di snocciolare nitidamente la formazione del ’73, come quella del 1971, di Sandokan Silvestri. Simoni è Napoli-Genoa, la paura del colera e il gran rifiuto di giocare la partita di Coppa Italia, persa a tavolino, quando i dpcm non andavano di moda. Fu Berrino a portarlo a Genova: «Era il papà di quel Genoa che salì dalla Serie C con pochi denari. Eravamo una grande famiglia». Con Renzo Fossati, altro patron con il sottopelle rossoblù, costruì i tridenti forse più forti della storia del Grifone: Conti-Pruzzo-Bonci in B, Damani-Pruzzo-Basilico in A. E per fortuna era un calcio da catenaccio e contropiede…

Simoni si nasce” non è soltanto il titolo della sua riuscitissima biografia, nemmeno la rima linguistica con una celebre invettiva di Totò. È la consonanza, per nulla casuale, tra l’uomo-Simoni e il suo modo di essere, un signore appunto, in ogni momento della sua carriera nel calcio. Nel giorno del compleanno lo ricordiamo con le sue ultime parole rilasciate a Pianetagenoa1893.net nell’aprile 2018, due anni prima della lenta scomparsa: «L’allenatore è un ruolo di grande responsabilità e di comando generale. I problemi della squadra sono tutti tuoi. Ballardini tra i grandi mister del Genoa». Tra signori, pardon, tra Simoni, ci s’intende.

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