Quel primo Genoa-Chievo Verona di Serie A

Domenica 17 maggio 2009 allo Stadio “Luigi Ferraris” si giocò il trentaseiesimo turno di Campionato, che vide per la prima volta, a livello di Serie A, il ChievoVerona ospite del Genoa. Gli scaligeri erano in lotta per la salvezza con Bologna e Torino (che, sconfitto a domicilio 2-3 la domenica successiva dal Genoa, sarebbe retrocesso), […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Domenica 17 maggio 2009 allo Stadio “Luigi Ferraris” si giocò il trentaseiesimo turno di Campionato, che vide per la prima volta, a livello di Serie A, il ChievoVerona ospite del Genoa. Gli scaligeri erano in lotta per la salvezza con Bologna e Torino (che, sconfitto a domicilio 2-3 la domenica successiva dal Genoa, sarebbe retrocesso), i rossoblù erano a un punto dalla matematica qualificazione all’Europa League (tanto che era stato invitato in Tribuna d’Onore l’allenatore che aveva portato il Genoa in Coppa U.E.F.A. diciott’anni prima, Osvaldo «lo Schopenauer della Bovisa» Bagnoli) e speravano di scavalcare in extremis la Fiorentina per poter disputare, come quarti classificati, i preliminari di Champions League. Al 34’ del 1° tempo gli ospiti si portarono in vantaggio con un tocco sotto misura di Giampiero Pinzi su cross dalla destra del brasiliano Luciano Siqueira De Oliveira. Nella ripresa l’argentino Diego Alberto «il Principe di Bernal» Milito si guadagnò un calcio di rigore per atterramento del colombiano Mario Alberto Yepes e lo trasformò con un tiro centrale, che passò sotto il ventre di Stefano Sorrentino jr.. Il portiere scaligero venne nuovamente battuto, riuscendo solamente a toccare il pallone con la mano sinistra, dodici minuti dopo da una punizione ad effetto da circa 23 metri calciata dall’uruguayano Rubén Ariel da Rosa «el Pollo» Olivera. Al 39’ giunse il definitivo pareggio clivense di Sergio Pellissier, che girò in rete con un colpo di testa un calcio d’angolo dalla sinistra. Al 47’ venne fatto entrare da Gian Piero «Gasperson» Gasperini, a collegare idealmente le due qualificazioni europee, Andrea Signorini jr., che non toccò mai negli ultimi scampoli dell’incontro, che sono stati i primi da professionista e finora gli unici in Serie A, il pallone. Il figlio del capitano della squadra del quarto posto nel Campionato di Serie A 1990/1991 era il secondo nella storia del Genoa ad aver avuto un padre (Gianluca) a precederlo in rossoblù: prima c’era stato Alessandro Turrone II, figlio dal cognome storpiato all’anagrafe di un altro grande libero del Genoa, Maurizio «Ramon» Turone sr., poi ci sarebbe stato Luca Antonelli jr., l’unico ad avere una carriera di livello superiore a quella del padre (Roberto «Dustin», giocatore di talento, ma mai schierato nella Nazionale Italiana).

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerche e Storia del Museo della Storia del Genoa)

RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.