Quando il Genoa, sconfitto in extremis dal Cagliari, ebbe la solidarietà  del medico avversario

Il Campionato di Serie A 1981/1982 ebbe nella lotta per il raggiungimento della salvezza un finale drammatico per stabilire quali altre due squadre dovessero accompagnare in Serie B il Como. Per uno scherzo del destino il Genoa si trovò ad affrontare le squadre più coinvolte (Milan, Cagliari e Bologna tra la quintultima e la terzultima […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Il Campionato di Serie A 1981/1982 ebbe nella lotta per il raggiungimento della salvezza un finale drammatico per stabilire quali altre due squadre dovessero accompagnare in Serie B il Como. Per uno scherzo del destino il Genoa si trovò ad affrontare le squadre più coinvolte (Milan, Cagliari e Bologna tra la quintultima e la terzultima giornata di campionato; la prima e l’ultima delle soprammenzionate, che affrontarono il Grifone a Genova sarebbero poi retrocesse). Dopo l’incredibile rimonta (dall’1-0 all’1-2 nell’ultimo quarto d’ora di partita) subita dal Milan la domenica precedente, il Genoa era in ritardo di un punto rispetto al Bologna, ma conservava un punto di vantaggio sul Cagliari e due sul Milan, che in quel momento erano virtualmente in Serie B. Dopo che all’11’ del 1° tempo con un astuto pallonetto Francesco Boito aveva sorpreso Roberto Corti, il Genoa aveva dovuto subire tre minuti dopo il pareggio di Luigi Piras su cross di Alberto Marchetti deviato da Franco Selvaggi.

Colpito da una gomitata – forse involontaria – di Piras al 35’ della ripresa, Fabrizio Gorin II (ematoma sottopalpebrale nella parte sinistra con lieve stato commotivo) stette per 4 minuti a terra senza che l’arbitro Paolo Bergamo di Livorno, nonostante le insistenti richieste del Genoa, concedesse l’intervento dei sanitari. Dopo che Tiziano «il Principe» Manfrin aveva rilevato Gorin II, sull’ultima azione dell’incontro Antonio Ravot, subentrato da 11 minuti a Giuseppe Bellini, diede la vittoria agli isolani, precipitando il Genoa in zona retrocessione, da cui sarebbe definitivamente uscito tre settimane dopo a quattro minuti dalla fine del campionato con la famosa rete del 2-2 di Mario Faccenda al “San Paolo” di Napoli. Dopo la rete di Ravot, il capitano del Genoa Claudio Onofri protestò animatamente con l’arbitro, ottenendone in cambio un’espulsione e quattro giornate di squalifica. Il Genoa presentò ricorso, allegando una documentazione sull’incidente a Gorin II e sulla grave negazione dei soccorsi firmata dal proprio medico sociale, prof. Pierluigi Gatto, e addirittura da quello del Cagliari, dott. Silvio Fadda, contro l’omologazione del risultato della partita, chiedendone la ripetizione, che, ovviamente, non gli venne concessa.

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerche e Storia del Museo della Storia del Genoa)

RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.