Correva l’anno 1963: i futuri campioni d’Italia del Bologna furono fermati sul pari da un coraggioso Genoa

La partita, giocata il 15 settembre, terminò 1-1 con gol di Pascutti per i padroni di casa, a cui replicò il rossoblù Piaceri

Da Pozzo para il calcio di rigore a Perani sr. (Foto da da "Il Calcio e il Ciclismo Illustrato")

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Nel corso della sua storia il Bologna ha disputato – compreso quello attuale – novantuno (i primi sessantasei consecutivamente) campionati della massima serie, dodici di Serie B e tre di Serie C1 ed ha vinto sette titoli nazionali: i primi sei tra l’undicesima e la ventisettesima partecipazione e il più recente, ancora vivo nel ricordo dei tifosi felsinei più anziani, nel 1963/64, cioè alla quarantottesima partecipazione, grazie alla vittoria per 2-0 contro l’Internazionale nello Spareggio allo Stadio “Olimpico” di Roma domenica 7 giugno 1964. Quella «coda», che, comunque, ha contribuito a rendere più epico l’ultimo Scudetto conquistato dalla compagine petroniana, sarebbe stata da essa evitata, se all’esordio non avesse letteralmente «buttato via» la vittoria contro il Genoa, che non si era arreso agli sfavori del pronostico, riuscendo, quando si era trovato in svantaggio di una rete, «a restare in partita» grazie a un calcio di rigore parato da Mario Da Pozzo e a pervenire al pareggio, dopo averlo sfiorato tre volte, nonostante l’inferiorità numerica determinata dall’espulsione dell’argentino Marcos Alberto «Chico» Locatelli, con un’autentica «magìa» di Giampaolo Piaceri ad undici minuti dalla fine.
La vittoria interna per 1-0 contro il Bologna all’ultima giornata del campionato precedente, che si era rivelata «salvifica» per il Genoa, in quanto accompagnata dalla sconfitta a Bergamo per 1-2 del Napoli, «sorpassato all’ultima curva», era stata seguita dall’esplosione del caso del doping, del ricorso al quale per migliorare le prestazioni agonistiche in quell’incontro era stato accusato un nutrito numero di calciatori del Vecchio Grifone (erano stati condannati a cinque giornate di squalifica tanto Maurizio Bruno, Rino Carlini ed Antonio Colombo, trovati positivi al controllo antidoping, quanto Massimo Giacomini e Luigi «Gigi» Meroni II, che se ne erano sottratti, e a due il capitano Vincenzo «Enzo» Occhetta, per una sorta di responsabilità morale). Non potendo disporre di così tanti giocatori, essendosi salvato rocambolescamente tre mesi prima e dovendo affrontare in trasferta una delle più serie candidate alla vittoria finale, il Genoa appariva nella sfida del 15 settembre 1963 al “Comunale” di Bologna la classica «vittima sacrificale».
La partita fu ovviamente caratterizzata fin dall’inizio dalla supremazia «territoriale» dei padroni di casa, che nel corso del primo tempo chiamarono al lavoro Da Pozzo in un paio di occasioni: all’11’ bloccò un forte tiro di Furlanis e al 16’ «ipnotizzò» il danese Harald «Dondolo» Nielsen, che non riuscì a batterlo da favorevole posizione.
Nella ripresa il Bologna passò in vantaggio al 17’ sugli sviluppi di un calcio di punizione per un fallo – in realtà, non commesso – ai danni del «fantasista» dei felsinei, il tedesco occidentale Helmut «il Panzer» Haller, da Franco «il Tigre di Ronco Scrivia» Rivara: il calcio di punizione dalla destra di Marino Perani sr. venne deviato di testa in porta a mezz’altezza vicino al palo destro da Ezio «il trombettiere» Pascutti (deceduto quattro anni fa e da quel momento dedicatario della Tribuna Centrale dello Stadio “Renato Dall’Ara”), che si trovava a cinque metri dalla porta vicino al «secondo palo», dopo che il suo controllore, l’esordiente Natalino Fossati, aveva mancato la deviazione aerea. All’errore che aveva posto le premesse per il vantaggio dei padroni di casa l’arbitro dell’incontro, il signor Ettore Carminati di Milano, ne sommò nel giro di cinque minuti altri, concedendo un calcio di rigore al Bologna per un contatto in area di rigore tra il «libero» genoano Bruno Baveni e il terzino destro petroniano Bruno Capra, che, perso il «tackle», era stramazzato a terra, non ordinando la ripetizione dell’esecuzione (Da Pozzo, abile ad intercettare in tuffo sulla sua sinistra con la mano sinistra protesa il pallone calciato a mezz’altezza e poi a farlo suo, era avanzato di tre metri rispetto alla linea di porta, quando Perani sr. aveva colpito di interno destro il pallone, cambiando angolo, ma non risultato, rispetto al calcio di rigore tirato verso la stessa porta otto mesi prima e paratogli dal portiere Giancarlo «Gatto magico» Gallesi nell’incontro pareggiato 1-1 con il Genoa) ed espellendo Locatelli, che probabilmente si era congratulato con un’espressione colorita, «figlia» della disapprovazione per la decisione del direttore di gara, con il proprio estremo difensore per la prodezza appena compiuta (dovette entrare in campo l’allenatore argentino Benjamin César Santos per convincere il proprio giocatore e connazionale a smettere di protestare per la sanzione subìta e ad abbandonare il terreno di gioco). Se il Genoa non era stato estromesso dalle possibilità di ottenere un risultato positivo dalla realizzazione della massima punizione da parte degli avversari, è vero che, trovandosi con un uomo in meno, le «chances» di raggiungerlo erano davvero scarse.

Bologna-Genoa 1963: la rete del pareggio genoano di Giampaolo Piaceri (Tratto dal film “Il cielo capovolto” del 2014 di Paolo Muran)

Gli ospiti, però, non si demoralizzarono ed anche se rischiarono di capitolare un paio di volte (ci furono al 24’ una «discesa» di Haller, che, dopo aver «scartato» Baveni, fece partire un forte tiro, la cui corsa verso la porta venne rallentata da una mano di Da Pozzo e respinta da una rovesciata di Giampiero Bassi, e al 31’ un diagonale da favorevole posizione di Pascutti, su servizio di Haller, che terminò fuori) furono capaci di produrre quattro occasioni da rete, raggiungendo il pareggio con l’ultima (il portiere William «Carburo» Negri si fece trovare pronto al 26’ sulle conclusioni di Gastone «Nordalinho» Bean e di Piaceri, deviò sul fondo al 28’ un insidioso calcio di punizione di Bean, venne salvato su un calcio d’angolo dalla capitolazione al 32’ da un intervento poco prima della linea di porta del «regista» Giacomo «Giacomino» Bulgarelli su colpo di testa di Piaceri, il quale due minuti dopo fu tanto abile quanto fortunato nel realizzare la rete del definitivo pareggio: ricevuto il pallone dalla destra da Bean, al termine di una «triangolazione», scavalcò, in posizione leggermente defilata sulla sinistra nell’area di rigore avversaria, con un «sombrero» di destro Mirko «l’insuperabile» – … ma non in quell’occasione! – Pavinato, e, senza far toccare terra al pallone, lo calciò al volo di sinistro da dodici metri, avendo la buona ventura che esso andasse ad incocciare la coscia destra di Francesco «Franco» Ianich «Janich», che ne voleva «schermare» la conclusione, ma che, suo malgrado, la rese imparabile, perché ne mutò l’originaria direzione, spiazzando Negri, il quale non poté far altro che vederlo infilarsi beffardamente con una traiettoria parabolica nell’angolino alto alla sua sinistra).

TABELLINO
Bologna, domenica 15 settembre 1963, Stadio “Comunale”, ore 15:30
Bologna-Genoa 1-1 [I giornata del Campionato Italiano di Serie A 1963/1964]
Arbitro: Carminati [Milano]
Spettatori: venticinquemila circa.
Marcatori: nel 2° tempo al 17’ Pascutti (B), al 34’ Piaceri (G)
Bologna: 1 Negri, 2 Capra, 3 Furlanis, 4 Tumburus, 5 Janich, 6 Fogli sr., 7 Perani sr., 8 Bulgarelli, 9 Nielsen, 10 Haller, 11 Pascutti. Allenatore: F. Bernardini II.
Genoa: 1 Da Pozzo, 2 Fossati, 3 Bagnasco, 4 Rivara, 5 Bassi, 6 Baveni, 7 Bicicli III, 8 Locatelli, 9 Piaceri, 10 Pantaleoni III, 11 Bean. Allenatore: Santos.
Note: all’incontro assiste il C.T. dell’Italia, E. Fabbri; al 21’ del 2° T. Da Pozzo (G) para «in due tempi» un calcio di rigore tirato da Perani sr. (B); al 22’ del 2° T. Locatelli (G) viene espulso.

Stefano Massa
(membro del Comitato Storico Scientifico del Museo della Storia del Genoa)

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