BEPPE SCULLI: «I tifosi veri non ci hanno gridato “venduti”»

A volte l’aspetto peggiore di una giornata no non coincide con una sconfitta, peraltro amara, quanto con alcuni improperi giunti dagli spalti, a sottolineare che lo spettacolo fornito non è proprio piaciuto. Soprattutto una la parola che risuona nella testa dei giocatori rossoblù: venduti. L’anima del Grifone, Beppe Sculli, entra a gamba tesa e risponde […]


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A volte l’aspetto peggiore di una giornata no non coincide con una sconfitta, peraltro amara, quanto con alcuni improperi giunti dagli spalti, a sottolineare che lo spettacolo fornito non è proprio piaciuto. Soprattutto una la parola che risuona nella testa dei giocatori rossoblù: venduti.

L’anima del Grifone, Beppe Sculli, entra a gamba tesa e risponde per le rime a chi ha accolto in questo modo il k.o. interno contro i capitolini: «Le partite si possono anche perdere ma sentir urlare “venduti, venduti” è davvero pesante. Attenzione, questa parola non è stata pronunciata dai tifosi veri, che si sono limitati a fischiare e, in alcuni casi, ci hanno salutato anche con applausi di incoraggiamento, bensì da chi viene allo stadio senza pagare il biglietto. Beh, a queste persone mi sento di dire di restarsene pure a casa».

L’attaccante calabrese è un fiume in piena: «La nostra stagione resta positiva, soprattutto se si considerano i tanti infortuni con cui abbiamo dovuto fare i conti e le numerose partite ravvicinate. Altre formazioni impegnate in coppa non hanno racimolati tanti punti così ed è bene sottolinearlo. In questo periodo, inoltre, le partite sono una roulette considerando che si gioca con il primo caldo e che tanti giocatori non hanno ancora rifiatato e rischiano di pagare qualcosa. Con queste parole voglio rafforzare il concetto che il Genoa cerca sempre di vincere le partite e che, quando le cose non vanno bene, i primi ad essere delusi siamo noi. Gente come Rossi, MIlanetto e Scarpi, solo per fare qualche esempio, ha sempre dato prova di serietà e professionalità, e, al di là dei risultati che potrà ottenere la squadra, queste doti umane non dovranno mai essere messe in discussione»

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