Il black out del Genoa compromette il cammino per l’Europa

«Mi assumo le responsabilità di questa sconfitta». Gasperini ha avuto grande onestà intellettuale con questa dichiarazione per la disfatta di oggi a Marassi contro la Lazio. Non ho mai usato questo termine, ma oggi è stata proprio questa: una vera e propria “Caporetto”. Ma bisogna riconoscere che le colpe non sono tutte del tecnico: se, […]


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«Mi assumo le responsabilità di questa sconfitta». Gasperini ha avuto grande onestà intellettuale con questa dichiarazione per la disfatta di oggi a Marassi contro la Lazio. Non ho mai usato questo termine, ma oggi è stata proprio questa: una vera e propria “Caporetto”. Ma bisogna riconoscere che le colpe non sono tutte del tecnico: se, dopo un lavoro meticoloso svolto per un’intera settimana, la squadra scende in campo e ha un vero e proprio (e per certi versi inspiegabile) “black out” dopo il gol del vantaggio. Anzi, sembrava che per i giocatori del Genoa la partita fosse finita lì: magari si erano anche illusi di poter fare un boccone solo della Lazio. E invece ci ha pensato il 3-5-2 di Reja: soprattutto i suoi cinque centrocampisti che hanno saputo sovrastare la linea mediana rossoblù. Insomma, un po’ come accadeva quando il tecnico goriziano vinceva a Napoli: la sua “diga” preparava la vittoria e gli attaccanti realizzavano. Oggi la squadra di Lotito ha avuto il compito agevolato dal Genoa senza testa, né gambe. Non c’è nulla da fare: se il Grifo non corre e non lotta i meccanismi di Gasperini non funzionano. In molti si sono stracciati le vesti per la prestazione di Floccari: il problema vero è che non era purtroppo il giocatore adatto agli schemi rossoblù. Grande prestazione anche di Biava: dispiace moltissimo che sia stato ceduto troppo in fretta, avrebbe potuto essere utile in questo tormentato finale di campionato.

Le proteste del pubblico per l’odierna gara incolore sono giustificate da due domande: perché fermarsi proprio ora che l’Europa è a pochi punti? E perché gettare via tre punti preziosi? I fischi si erano sentiti già alla fine della partita contro il Livorno: erano stati un primo segnale di “allarme rosso”. E’ vero: è certamente un peccato non qualificarsi per l’Europa League. Però non bisogna dimenticare che il Genoa ha giocato sempre ad alti livelli, dando battaglia fino alla fine: il torneo continentale è ancora a cinque punti. Una distanza non incolmabile: il problema è costituito dalle condizioni psicofisiche della squadra che con l’atteggiamento di oggi ha dimostrato di voler complicarsi la vita. Occorre un esame di coscienza collettivo e pensare: «Che fare di questa stagione?». Ci si aspetta una reazione d’orgoglio a Bari: se si perde questo ultimo treno l’Europa non sarà più raggiungibile.

Marco Liguori

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