Lettera/Elisa Polverini: “Ho visto Gianluca sorridere e lottare”

Ho visto Gianluca sorridere, inseguire un pallone senza mai mollare, lottare, fare a sportellate con l’avversario, senza essere mai aggressivo, senza mai usare cattiveria, elegante, sereno… Ho visto Gianluca correre sotto la Nord, buttarsi a terra, piangere di gioia, urlare, battere i pugni sui cartelloni pubblicitari, l’ho visto commosso esultare per uno spareggio insperato, l’ho […]


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Ho visto Gianluca sorridere, inseguire un pallone senza mai mollare, lottare, fare a sportellate con l’avversario, senza essere mai aggressivo, senza mai usare cattiveria, elegante, sereno… Ho visto Gianluca correre sotto la Nord, buttarsi a terra, piangere di gioia, urlare, battere i pugni sui cartelloni pubblicitari, l’ho visto commosso esultare per uno spareggio insperato, l’ho visto comportarsi da tifoso, innamorato come noi, sognante come noi, VERO come noi. L’ho visto lottare, come un guerriero, erigersi a muro davanti al portiere, gli ho visto gli occhi infuocati, la grinta di un leone, l’ho visto vincere, perdere, abbracciare l’amico, l’avversario, l’ho visto uomo, forte, fiero, prima ancora che giocatore di talento. Poi un giorno l’ho visto Piccolo, indifeso, fragile, era sempre il MIO capitano, ma era spento, negli occhi ancora quella scintilla, nel cuore ancora quella forza, ma impotente di fronte ad una malattia così grossa, asciugato da un Mostro che lo stava risucchiando. Ho visto Gianluca come speravo di non vederlo MAI, sofferente, su una sedia rotelle, vispo, vigile ma con il corpo che non gli stava dietro, questa volta l’ho visto fare a sportellate con la VITA, crudele, che gli voleva togliere tutto, ma il sorriso, quello MAI. L’ho visto sotto la Gradinata, in pantaloncini e maglietta, a salutare dopo le vittorie sofferte, a scusarsi dopo le sconfitte amare, e poi l’ho visto QUEL giorno, asciugato dalla malattia, con uno stadio intero che gridava il suo nome, e lui piangeva come un bambino, e la Nord lo abbracciava, i suoi figli e la moglie lo abbracciavano, il Capitano, di mille battaglie, di mille emozioni, di mille vittorie, che non è riuscito a vincere quella più dura, quella contro la SLA, difficile da sopportare, impossibile da battere. Non mi tirerò nessuna secchiata in testa ma che il ricordo del CAPITANO resti PER SEMPRE nei nostri occhi…

Elisa Polverini

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