LUCA RUSSO: «Le porte chiuse sono una sconfitta per la società  italiana, non solo per il mondo del calcio»

All’indomani delle decisione delle porte chiuse a Marassi ci si interroga ancora se è stata una cocente sconfitta per il mondo del calcio. Pianetagenoa1893.net ne ha parlato con il giornalista della settimana, Luca Russo di Primocanale, che ha dato anche indicazioni sulle possibili scelte di mercato del Genoa. Le porte chiuse non sono state solo […]


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All’indomani delle decisione delle porte chiuse a Marassi ci si interroga ancora se è stata una cocente sconfitta per il mondo del calcio. Pianetagenoa1893.net ne ha parlato con il giornalista della settimana, Luca Russo di Primocanale, che ha dato anche indicazioni sulle possibili scelte di mercato del Genoa.

Le porte chiuse non sono state solo un’ingiustizia verso i tifosi del Genoa: si può dire che è una sconfitta per lo sport?

«E’ una sconfitta per tutti: non soltanto per il mondo del calcio ma per la società intera».

Si può dire che è usato il criterio “due pesi e due misure” per le trasferte delle tifoserie?

«Credo che l’ago della bilancia di questa seconda parte di campionato nelle strategie delle autorizzazioni ai tifosi è il derby Lazio-Roma. Dopo questa gara, tutte le partite da bollino rosso sono diventate da bollino verde, cioè senza problemi e rischi particolari. Si è cercato di attuare un processo di normalizzazione forzato invece di attuare interventi di altro tipo».

E’ il caso di Genoa-Milan?

«Sì. Non si può pensare che dopo 15 anni dall’omicidio di Vincenzo Claudio Spagnolo senza un tentativo di ravvicinamento si decida all’improvviso che questa partita possa autorizzare la trasferta dei tifosi rossoneri. Oltretutto all’andata la trasferta dei tifosi rossoblù era stata vietata: l’autorizzazione per i milanisti risulta ancor più incomprensibile. E’ chiaro che non si può sempre vietare a entrambi di andare a Milano o a Genova: occorre il dialogo che però non può essere stabilito con decisione ministeriale. Mi stupisce che questa imposizione derivi da un ministro che fa del federalismo una sua bandiera: avrebbe dovuto applicarlo anche in questo caso. Mi aspettavo una maggiore apertura dal Viminale».

Si può tracciare un bilancio della stagione del Genoa? Oppure si deve attendere domenica prossima la conquista dell’ottavo posto?

«L’ottava posizione in campionato si può tranquillamente difendere, poiché il Genoa ha sua disposizione due risultati su tre: c’è il vantaggio degli scontri diretti sul Parma. C’è anche lo stimolo di battere il record dei punti. Il bilancio di quest’anno è senza dubbio positivo anche se qualche tifoso è rimasto un po’ deluso. Però la vittoria sul Milan è stata importante poiché ha fatto capire che non c’è stato il temuto “rompete le righe” anticipato».

Chi potrebbe partire? Forse Acquafresca?

«A quanto mi risulta dovrebbe restare. Gode di grande stima e fiducia da parte di Gasperini. Non bisogna dimenticare che dopo la fiammata iniziale, con la doppietta al Ferraris, Acquafresca ha subito un infortunio che ha condizionato le sue prestazioni. Occorre però un altro attaccante di esperienza da affiancargli.

E il caso Amelia?

Tranne colpi di scena, dovrebbe risolversi con l’addio del portiere alla maglia rossoblù. Dovrebbe andare via anche Palladino che ormai ha già la testa a Torino alla Juventus».

E gli altri?

«Bisognerà vedere se Juric potrà avere un contratto annuale. In difesa bisognerà vedere cosa potrebbe succedere».

Si riferisce a Dainelli?

«Non credo che vada via. Piuttosto bisognerà verificare i problemi della sua condizione fisica».

Quali ruoli dovrebbero essere coperti in particolare per la prossima stagione?

«Ocorrono due centrocampisti centrali: un regista e un incontrista. Non si può pensare di tirare avanti con Milanetto che ha 34 anni. Forse ci vorrebbe anche un esterno destro: Mesto è un buon giocatore, ma purtroppo è molto discontinuo».

Marco Liguori

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