Giovanni Porcella: “Dal Genoa mi aspetto una doppia inversione di tendenza”

Il Grifone vince e spicca il volo, l’Aquila perde e recrimina. È questo il succo dell’incontro di ieri tra Genoa e Lazio, aggiudicato dai rossoblù grazie al gol-capolavoro di Palacio e alla perentoria doppietta del ritrovato Bosko Jankovic. Nel finale, l’ormai solita sbandata della difesa ha concesso di riaccendere per qualche minuto le speranze capitoline, […]


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Il Grifone vince e spicca il volo, l’Aquila perde e recrimina. È questo il succo dell’incontro di ieri tra Genoa e Lazio, aggiudicato dai rossoblù grazie al gol-capolavoro di Palacio e alla perentoria doppietta del ritrovato Bosko Jankovic. Nel finale, l’ormai solita sbandata della difesa ha concesso di riaccendere per qualche minuto le speranze capitoline, ma le reti di Ledesma e Gonzalez non hanno compromesso la vittoria del Grifone. Tanti gli argomenti del dopo partita, tra i quali le proteste laziali per il campo ghiacciato, le ambizioni genoane e la manifesta superiorità del giocatore più rappresentativo della squadra rossoblù: Rodrigo Palacio. Di tutto questo e di molto altro si parlerà con Giovanni Porcella, noto volto di Primocanale Sport e per l’occasione il nostro “Giornalista della settimana”.

Di gesti atletici simili a quello mostrato ieri da Palacio, non se ne sono mai visti a Genova. E forse neanche in altri stadi.

Devo dire che è stato dato poco risalto alla sua prodezza  da parte dei media nazionali, assieme all’importante successo del Genoa. Comunque sia, è stato bravo nel cercare il pallone e indirizzarlo verso la porta: è stata una parabola incredibile, ma il gesto tecnico c’è tutto. Una giocata memorabile, frutto del momento di assoluta grazie che Rodrigo sta vivendo. Dispiace che tutto questo sia finito in secondo piano, a dispetto delle proteste laziali.

La Lazio, appunto. Lotito e Tare, in conferenza stampa al posto di Reja proprio per protesta, non le hanno mandate a dire. Le difficoltà ci sono state, ma chiedere il rinvio del match è stato forse eccessivo, specie se a chiederlo è una società professionistica.

Hanno avuto i loro disagi legati al maltempo e hanno provato a giocarsi le loro carte ma, forse, se avessero pareggiato non ci sarebbero state tutte queste proteste. Il successo del Genoa meritava sicuramente un maggiore spazio. La Lazio, dalla sua, si dimentica i favori ricevuti nella storia recente, come la creazione della famosa legge “spalma-debiti” che le ha permesso di non fallire. Nonostante questo, viene dato più risalto a ciò che non è stato ottenuto e alle conseguenti proteste.

Torniamo al calcio giocato: dopo la festa di Palacio, il trionfo di Jankovic.

Sono molto contento per lui. Ho sempre creduto nelle sue potenzialità: dopo aver recuperato da quei gravi infortuni, si sta dimostrante un giocatore molto importante per questo Genoa. Nel pieno delle sue possibilità, è uno dei migliori in circolazione perché fonde una tecnica “sudamericana” con la fisicità e la potenza dell’Europa dell’est: è il mix giusto. Lo aveva dimostrato nell’anno del 4° posto a pari merito con la Fiorentina, giocando da centravanti, e ora si sta rivelando un grande acquisto nel suo ruolo di esterno.

Gilardino, Sculli e Biondini si sono distinti per la grande generosità, contribuendo alla causa forse in maniera meno vistosa, ma decisiva.

Parliamo di certezze. Peccato che Gilardino non sia arrivato in estate, perché il Genoa, nella prima parte di stagione, ha sostanzialmente giocato senza un centravanti adatto alle sue ambizioni. L’ex viola è un top player assoluto che, anche se non segna, fa salire la squadra e libera molto bene gli spazi. Se continuasse così e se avesse più fortuna nelle conclusioni, il ritorno in Nazionale non sarebbe da escludere. Sculli invece lo conosciamo benissimo e sappiamo cosa può dare, mentre Biondini è il mediano che al Genoa mancava da tempo.

Vien da dire: Dio benedica il mercato di riparazione. E Preziosi.

Il presidente è stato bravissimo. Credo che l’anno scorso, proprio in questo periodo, si sia spaventato per l’incerta situazione di classifica della squadra, che comunque è riuscita a superare le difficoltà. Quest’anno si è allertato, portando a Genova due pedine fondamentali come Biondini e Gilardino che hanno spazzato via i problemi della prima parte di stagione. C’è qualche problema in difesa, è vero, ma dando un’occhiata al campionato non vedo fenomeni: basti pensare alla Lazio vista ieri, che è comunque quarta in classifica. Credo che stia cambiando proprio il gioco e che si punti più all’attacco.

Il Genoa del 2012 sembra una squadra totalmente diversa da quella dell’ultimo periodo del 2011, quello targato Malesani. Quanto è stato importante l’arrivo in corsa di Pasquale Marino?

Molto. Il Genoa di Gasperini aveva un’identità ben precisa che, con i suoi pregi e difetti, ha regalato grandi soddisfazioni ai tifosi e ha portato a Genova giocatori d’altro livello. Ballardini è stato un uomo di buon senso che, con le poche possibilità a disposizione, ha ottenuto il massimo. Malesani non è riuscito a dare un’identità, forse non è mai stato sé stesso. È vero che la squadra era meno forte di quella attuale ma non ha mai preso in mano la situazione, forse affrontandola con quell’eccessiva tranquillità che qui a Genova non esiste. I successi con Catania e Roma avevamo mostrato il buon senso di Malesani, col passar delle giornate l’organizzazione e i metodi di allenamento hanno pregiudicato il suo cammino. Preziosi ha fatto bene a cambiare.

Udinese, Napoli e Lazio: tre delle formazioni più temibili dell’attuale campionato, tutte schiantate con ottime prestazioni dal Grifone con il medesimo risultato. Ora il bello viene in trasferta.

Lì son problemi. Il Genoa storicamente rende molto in casa, si sa. Lo stesso Malesani ha provato a modificare questo trend ma non c’è riuscito. I punti collezionati lontano dal Ferraris fin qui sono 7: ora sono curioso di vedere questa nuova squadra alle prese con Catania e Atalanta, due trasferte che possono dire molto sulle ambizioni dei rossoblù. La scalata all’Europa è difficile, ma è giusto darsi degli obiettivi.

Il calendario recita: Catania e Atalanta in trasferta, poi Chievo e Parma in casa. Quattro partite per capire il futuro di questo Genoa.

Abbiamo fatto un servizio che andrà in onda a Gradinata Nord che mostra l’insolito trend del Grifone: sono 16 i punti collezionati in nove partite con le cosiddette grandi, in contrasto con le difficoltà avute con le medio-piccole. Con le big, la squadra mostra appieno le sue qualità, mentre con le altre la concentrazione viene meno. Queste partite saranno un test interessante. Il match di Catania sarà  tosto perché Montella sta lavorando in maniera molto positiva e la trasferta di Bergamo sarà altrettanto insidiosa, anche per la torrida situazione (non certo climatica) che l’ambiente nerazzurro sta vivendo.

Serve un’accelerata, quindi.

È impensabile vincere sempre in casa. Mi aspetto una doppia inversione di tendenza: un cambio di passo in trasferta e un miglioramento con le medio-piccole. Ci sono tutte le carte in regola per farlo: il Genoa è una squadra moderna, ha un bel gioco e, pur avendo qualche limite in difesa, può fare tanti gol. Sono fiducioso.

Daniele Zanardi

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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