Nessuna squalifica nel Genoa, nel Cagliari fermato Diakhité

Per gli striscioni offensivi nei confronti della madre di Ciro Esposito un turno di chiusura per la Curva Sud della Roma


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Tutti a disposizione di mister Gasperini (esclusi gli infortunati) per la sfida di sabato prossimo alle ore 18 al Ferraris contro il Cagliari. Gli isolani, invece, dovranno fare a meno del difensore francese Diakhité fermato per una giornata: è quanto emerge dalle decisioni del giudice sportivo in relazione all’ultimo turno di campionato. Giudice che ha avuto la mano pesante nei confronti della Roma. I quattro striscioni offensivi nei confronti della madre di Ciro Esposito (il tifoso napoletano ucciso a Roma lo scorso maggio prima della finale di Coppa Italia) esposti dai sostenitori giallorossi in occasione della partita con i partenopei di sabato scorso e i cori espressivi di discriminazione per motivi di origine territoriale costeranno un turno di chiusura per la Curva Sud. Il cuore del tifo romanista rimarrà quindi deserto in occasione di Roma-Atalanta del 19 aprile.

Il giudice ha inoltre multato la società giallorossa di 12 mila euro per avere un componente della panchina fatto uso reiteratamente di una apparecchiatura rice-trasmittente e per avere inoltre, omesso di intervenire, nonostante i reiterati solleciti arbitrali, affinché i raccattapalle sistematicamente ed intenzionalmente non ritardassero la ripresa del giuoco. Per gli insulti dei tifosi all’arbitro è stato anche multato il Verona con un’ammenda di 3 mila euro.

Relativamente ai calciatori, inflitte tre giornate di squalifica all’ex genoano Pinilla ora all’Atalanta (per avere rifilato un calcione ad un avversario). Fermati invece per una giornata: Basha del Torino, Peluso del Sassuolo, Basta e Mauricio della Lazio, Pinzi e Piris dell’Udinese, Regini della Sampdoria e Torosidis della Roma.

Squalificato per un turno anche l’allenatore dell’Empoli Maurizio Sarri per avere “contestato platealmente una decisione arbitrale uscendo dall’area tecnica e proferendo un’espressione blasfema”.

Francesco Patrone

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