Una domenica senza calcio fa solo bene. É una giornata in più passata vicino agli affetti più cari, come la famiglia o il mare. Troppo pallone rischia di rintontire, meglio evitare le indigestioni. Domani inizia un nuovo campionato, un mini torneo di nove (dieci, per chi deve recuperare) partite nel quale saranno resi noti i verdetti di questa stagione. Una mezza maratona che poggia il proprio baricentro nella giornata campale del 22 aprile. A Torino Juventus e Napoli si giocheranno due terzi di scudetto, da Genova passerà l’undicesima salvezza consecutiva per il Grifo. Meglio non bucare l’appuntamento contro l’Hellas Verona.
Pure i genoani sembrano essere concordi con tale previsione ma la recente politica italiana ha insegnato l’assoluta relatività dei sondaggi. Lo stesso vale nel calcio. Il Grifone ha quattro gare consecutive in casa: rasenterebbe la perfezione non sbagliarne nemmeno una e giocare a cuor leggero a Roma cercando di riprendere quanto lasciato a terra nel Totti-day. Tuttavia, Ballardini ha tempo per correggere anche un eventuale errore, un pareggio come una sconfitta. É questione di fiducia, lo sport: ecco perché la prima delle quattro (Spal, il sabato di Pasqua) risulterà fondamentale per indirizzare anche le successive.
Il Genoa ha dimostrato due dimensioni: quella tosta con le grandi, non a caso non ha mai subito un’imbarcata, e quella più morbida con le piccole, con un palese deficit di cattiveria. Il Grifo ha perso solo contro la Spal all’andata in una partita negativa sotto ogni punto di vista: un ko che indusse Juric, assecondato dalla società, a scegliere per il ritiro “riflessivo” a Coccaglio, rivelatosi del tutto inutile in proiezione derby. La sconfitta di Ferrara segnò nel profondo lo spogliatoio rossoblù, un errore da evitare assolutamente all’inizio di questo mini campionato che avrà la sua epifania il 22 aprile prossimo.
