Storia di El Shaarawy: da Savona a Monaco via Milano

Un faraone alla corte del principe di Monaco: da Savona a Montecarlo vi sarebbero appena 131 km di distanza, ma Stephan El Shaarawy ha scelto la strada più lunga per approdare nel Principato. Una destinazione che si era già ipotizzata quando aveva 14 anni e giocava nel Legino, ma allora, come vi abbiamo già raccontato […]


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Un faraone alla corte del principe di Monaco: da Savona a Montecarlo vi sarebbero appena 131 km di distanza, ma Stephan El Shaarawy ha scelto la strada più lunga per approdare nel Principato. Una destinazione che si era già ipotizzata quando aveva 14 anni e giocava nel Legino, ma allora, come vi abbiamo già raccontato ieri, furono i monegaschi a dire di no. Gli stessi monegaschi che lo pagheranno una cifra pari a 18 milioni di euro: 2 subito per il prestito, 16 a fine stagione per il riscatto obbligatorio concordato con il Milan. Una discreta plusvalenza per i rossoneri, che a bilancio potranno iscrivere un saldo attivo di circa 9,6 milioni di euro, anche se l’addio ad El Sha mette forse una bella pietra tombale sul progetto di un Milan italiano che Galliani sponsorizza da tempo.

La storia di El Sha in rossonero è stata sempre a tinte forti, alti e bassi sempre estremi, senza mai toccare i toni neutri del grigio. Una stagione di ambientamento, quella 2011-2012, dopo la buona annata al Padova in Serie B, fido scudiero di Sua Maestà Zlatan Ibrahimovic; poi l’esplosione nel 2012-2013, il campionato del post-Ibra, di cui il faraone sembrava pronto a raccogliere l’eredità, se non dal punto di vista tattico, almeno assumendo le vesti del trascinatore. Sedici gol in 37 presenze, numeri incoraggianti per un ventenne, pronto ad essere considerato la next big thing del calcio nostrano. Dopo l’esplosione, l’eclissi: appena 6 presenze nella Serie A 2013-2014, senza reti, prestazioni negative causate dal primo infortunio di quello che è poi diventato un vero e proprio tunnel. Da cui l’attaccante italiano, con origini egiziane, non è stato in grado di uscire anche nella scorsa edizione del massimo campionato, quando il Milan è stato uno one man show condotto da Jeremy Menez e Inzaghi ha riservato ad El Shaarawy solo scampoli di gloria: 18 presenze, 3 gol, troppo pochi per le potenzialità e per le attese del popolo di San Siro. Che la nuova stagione non fosse iniziata sotto il segno della sua cresta, si era capito già da tempo: gli arrivi di Carlos Bacca e Luiz Adriano ingolfano l’attacco a disposizione di Sinisa Mihajlovic, che insegue anche lo stesso Ibra. L’ipotesi di vedere El Shaarawy nelle vesti di interno di centrocampo era ben poco credibile; non tanto per la disponibilità di un ragazzo che ha sempre saputo sacrificarsi, quanto per lo spreco di una classe, incostante e spesso zoppicante, di cui negare l’esistenza sembra davvero arduo. Ora, la chiamata dalla scintillante Montecarlo, un po’ sconfitta ed un po’ vittoria per tutti: El Shaarawy potrà ripartire da zero, anzi da undici, visto che dovrebbe cambiare il suo numero di maglia dopo il 92 indossato entro i confini italiani, ma attraversa le Alpi con la consapevolezza di aver deluso le aspettative del diavolo. Che, invece, mette a segno un bel colpo dal punto di vista economico, ma perde il giocatore più talentuoso passato da Milanello negli ultimi anni, senza averlo sfruttato appieno. Come dice il diretto interessato in una nota pubblicità “è proprio quando non va, che devi riprovarci”. Bonne chance, Stephan.

Ivan Cardia

Tuttomercatoweb.com

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