(S)Visti da lontano – Il Grifone arbitro della salvezza tra Bologna e Sassuolo

Il Genoa è chiamato a svolgere “l’ingrato” ruolo di arbitro della salvezza, dovendo ospitare prima il Bologna e visitare il Sassuolo poi. Due partite molto diverse tra loro, contro due società calcistiche agli antipodi. Genoa-Bologna può essere considerato uno dei più importanti “derby d’Italia”. Ben 16 scudetti in campo, e il sapore antico di lontane […]


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Il Genoa è chiamato a svolgere “l’ingrato” ruolo di arbitro della salvezza, dovendo ospitare prima il Bologna e visitare il Sassuolo poi. Due partite molto diverse tra loro, contro due società calcistiche agli antipodi. Genoa-Bologna può essere considerato uno dei più importanti “derby d’Italia”. Ben 16 scudetti in campo, e il sapore antico di lontane guerre e cruente battaglie. Nobiltà decaduta del calcio italiano che affonda le proprie origini e radici in un calcio che non c’è più.

La rivalità non può che essere accesa.

La storiografia ci ricorda, ad esempio, la vergognosa vicenda del tricolore letteralmente rubato dai Felsinei e dal partito fascista nel 1925. Scudetto che sarebbe valso la tanto agognata Stella. Noi (molto) più giovani ci ricordiamo invece la tripletta di Pato Aquilera e la relativa vittoria della Banda Bagnoli in un Dall’Ara disperato per l’imminente retrocessione degli Emiliani.

Sassuolo-Genoa rappresenta invece una prima assoluta. Il Sassuolo, squadra di proprietà del Presidente di Confindustria, è l’icona del calcio moderno. Squadra senza tradizione,  senza tifoseria, senza seguito, costruita grazie ai soldi del proprietario, e che gioca addirittura in una città diversa, nonostante l’arrabbiatura, legittima, dei tifosi della gloriosa Reggiana.

Una tra Bologna e Sassuolo, Chievo permettendo, l’anno prossimo giocherà in B. E il ruolo del Genoa sarà decisivo. Alcuni Genoani potranno preferire la retrocessione degli acerrimi nemici del Bologna, altri dello sconosciuto Sassuolo. Personalmente ritengo che il Genoa debba giocare le prossime due partite alla morte, cercando di vincerle entrambe. E questo sia per rispetto dei tifosi del Vecchio Balordo, sia per rispettare l’avversario. Perché una grande e gloriosa società come il Genoa deve onorare gli avversari giocando sempre per vincere. Sempre. E questo aldilà dei sentimentalismi legati all’incrocio, domenica prossima, di tanti ex ben voluti su entrambe le sponde.

Federico Santini

federico.santini@yahoo.it

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