ESCLUSIVA PIANETAGENOA1893 – VINCENZO TORRENTE: «A Valencia il Genoa troverà  un ambiente molto passionale ma altrettanto corretto»

Intervista con uno dei grandi protagonisti della prima trasferta europea del Genoa: Vincenzo Torrente. La Spagna come denominatore comune: allora fu Oviedo, adesso Valencia


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Personalità significa guidare i propri compagni con orgoglio e grinta, indipendentemente dal risultato che matura sul campo, personalità vuol dire rendere sempre al massimo anche in situazioni ambientali non facili e con migliaia di persone che incitano con calore ed entusiasmo gli avversari. Nel Genoa di oggi e di ieri, personalità e attaccamento alla maglia sono caratteristiche che non possono che essere collegate a Vincenzo Torrente, campano di nascita ma rossoblù di adozione. Uno di quei classici personaggi che, ovunque lo porterà la propria carriera, resterà sempre e comunque genoano.

Intervistato in esclusiva da Pianetagenoa1893.net, Torrente ricorda la gara del “suo” Genoa ad Oviedo, in quella Spagna che vedrà nuovamente protagonisti i rossoblù in occasione della gara di Europa League contro il Valencia.

La Spagna nel destino del Genoa. Dopo Oviedo nel 1991, adesso è il momento di Valencia. Che tipo di ambiente dovrà aspettarsi il Genoa?

«I tifosi sono molto passionali ma altrettanto corretti. Si tratta, insomma, di ottimi sportivi, che incitano con calore la loro squadra, senza tuttavia prendere di mira gli avversari. E’ opinione condivisa pensare che sia un piacere giocare in simili contesti. Sotto questo punto di vista la Spagna è molto simile all’Inghilterra».

A Oviedo quali furono le principali difficoltà con cui doveste fare i conti?

«Si trattava dell’esordio in Coppa Uefa del Genoa e di molti di noi e questo un po’ si fece sentire. Disputammo comunque un’ottima gara nonostante l’immeritata sconfitta, dimostrando di possedere i mezzi per far bene anche in campo internazionale».

Quali sono i suoi principali ricordi legati a quella partita?

«Ho in mente tutto l’incontro, ma soprattutto due momenti mi sono rimasti impressi: la rete annullata ingiustamente a Nicola Caricola, che avrebbe permesso alla squadra di pareggiare i conti, ed il duello personale con Carlos, giocatore di grandi qualità e molto considerato in patria e non solo, che riuscii a marcare con efficacia».

All’epoca la Coppa Uefa non prevedeva fasi a gironi. La fatica fisica e mentale, soprattutto in proiezione campionato, si avvertiva ugualmente?

«Il Genoa dei miei tempi aveva una cosa in comune con quello attuale: la disabitudine a giocare coppe europee e, di conseguenza, a scendere in campo con tale frequenza. Gli strascichi principali che possono lasciare gare infrasettimanali sono legate soprattutto allo stress mentale. Se il calendario, però, la domenica successiva presenta un avversario di nome e di grande valore, questo rischio può essere scongiurato».

Gli organici del tempo escludevano a priori la possibilità di ricorrere ad un massiccio turnover. In caso contrario, voi ne avreste tratto beneficio?

«A mio avviso il turnover può essere un’arma importante solo ed esclusivamente se una rosa è composta da venti giocatori interscambiabili e dello stesso valore. Altrimenti è meglio impiegare elementi stanchi, reduci da un impegno ravvicinato, ma di assluta affidabilità, piuttosto che dare spazio a rincalzi non all’altezza. Se dal concetto generale vogliamo concentrarci sul caso del Genoa, ritengo che il presidente abbia allestito una rosa molto ampia e competitiva per ben figurare sia in campionato che in Europa League, in attesa di essere impegnato anche in coppa Italia. Sull’opportunità di far ruotare tutti gli effettivi, però, preferisco non esprimermi, in quanto l’unica valutazione attendibile è quella che spetta a mister Gasperini».

Claudio Baffico

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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