«Non entriamo nel merito dell’area da destinare allo stadio ma, soprattutto in un momento come questo, ci interessa che le zone disponibili siano utilizzate per cercare di garantire posti di lavoro stabili e qualificati. La creazione di nuovi centri commerciali non va certo in questa direzione. Lo sviluppo della città non si può programmare attraverso interventi spot. Genova deve attrezzarsi per dare un futuro sia ai suoi giovani laureati e sia a tutti coloro che la reputano un’attrattiva. Conseguenze di un’eventuale chiusura dello stadio “Ferraris”? Beh, Marassi per i pubblici esercizi è diventata una zona appetibile e molti di questi sono sorti proprio a seguito della vicinanza con lo stadio. L’afflusso di persone in concomitanza degli eventi sportivi, infatti, favoriscela possibilità di lavorare a buon ritmo. Tra i commercianti del quartiere, di conseguenza, la preoccupazione per un eventuale spostamento è molto forte. In attesa di capire se il “Ferraris” sia a norma oppure no, una cosa è certa: la nascita di un nuovo centro commerciale non farebbe altro che depauperare il tessuto cittadino, rappresentato da tutti quelle realtà di negozi che svolgono anche un compito di presidio sociale. La gente ci chiede di porre le condizioni per tornare ai negozi di vicinato, quelli, per intenderci, che permettono di andare a comprare il latte sotto casa. Un centro commerciale, di conseguenza, andrebbe contro i voleri della cittadinanza».
Queste le parole del presidente di Confersercenti Liguria Patrizia De Luise, intervistata in esclusiva da Pianetagenoa1893.net.
Claudio Baffico
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