ESCLUSIVA PIANETAGENOA1893 – MARCO ONETO: «Nelle soste si punta a ricaricare mentalmente il gruppo e a farlo rifiatare»

Intervista esclusiva di Pianetagenoa1893 a Marco Oneto, preparatore atletico di livello assoluto che può vantare anche una formativa esperienza all'estero


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Una lunga permanenza in Romania per poi ritornare a “casa” ad allenare i Giovanissimi Nazionali del Genoa. Un grande trascorso quello di Marco Oneto alla Dinamo Bucarest. Un esperienza che gli ha permesso di conquistare vari successi e di “esportare” in Romania la scuola italiana. In esclusiva per PianetaGenoa1893.net, il noto preparatore atletico spiega i programmi di allenamento italiani ed est-europei.

Quali sono le differenze tra i programmi delle settimane canoniche e quelli della sosta?

«Si tratta di una decisione che spetta all’allenatore. Dipende soprattutto dalla lunghezza della sosta. Il tecnico solitamente sceglie di ricaricare mentalmente la squadra, non fisicamente, e di far rifiatare il gruppo. Durante la settimana, infatti, c’è stato un grande dispendio neuro-muscolare: è un problema mentale».

Questa filosofia è limitata al calcio italiano o estesa ad altre realtà?

«Si rimane spesso esterrefatti vedendo i giocatori inglesi correre: hanno una mentalità diversa. Corrono molto perchè sono abituati ad allenarsi in un certo modo: giocano infatti tutta la stagione ogni tre giorni. Comunque i preparatori italiani sono molto ricercati».

Qual è il programma abituale delle squadre?

«Il primo giorno è il martedì e si effettua una seduta di resistenza, con corse con o senza palla. Il mercoledì ci si concentra soprattutto sulla forza. Alcuni allenatori, però, inseriscono due allenamenti di forza nella settimana. Di giovedì solitamente i giocatori disputano un’amichevole. Il venerdì è dedicato alla rapidità, con esercizi di reattività seguiti da recuperi più lunghi. Si effettuano, inoltre, esercizi sulle palle inattive. Certi tecnici, invece, effettuano la seduta di forza il venerdì. Di sabato viene svolta la rifinitura. Questo vale per le settimane “normali”. Quando si gioca di mercoledì o giovedì, invece, c’è molto meno tempo per recuperare».

Come avviene la gestione degli infortunati?

«Viene affidata ad uno specialista. Nel Genoa questo compito è di competenza di Paolo Barbero. Il tutto è effettuato con la collaborazione tra lo staff medico e quello atletico».

E quella dei nazionali?

«Dipende se hanno preso parte ad un’amichevole o ad un match di qualificazione, da quando arrivano, da quanto giocano e dalla stanchezza. Vari preparatori atletici delle nazionali si recano agli allenamenti delle squadre di club per “studiarli”. Così permettono ai giocatori convocati di poter svolgere sedute simili a quelle abituali».

Quali sono le differenze tra le preparazioni atletiche in Italia e nell’Europa dell’Est?

«La preparazione è “globalizzata”. Un tempo la scuola dell’Est era completamente diversa: prevedeva lavori intensi, con corse lunghe e sedute in palestra. E, inoltre, veniva usato poco il pallone. Ho fatto fatica inizialmente ad abituarmi. Ora, però, visto che molti tecnici olandesi, italiani, e non solo, hanno allenato club dell’Europa orientale, è cambiata la loro mentalità, che ora assomiglia maggiormente alla nostra. Le differenze tecnico-tattiche, però, rimangono».

Potrebbe parlarci della sua esperienza in Romania?

«È stata bellissima: ho trascorso cinque anni splendidi, nei quali ho imparato molto. Ho girato l’Europa partecipando con la Dinamo Bucarest a Coppa Uefa e Champions League. A Bucarest ho vissuto molto bene. Consiglio a tutti di lavorare all’estero: è un’esperienza di vita che arricchisce, anche perchè ci si confronta con culture differenti. Ho vinto due campionati e due coppe nazionali con la Dinamo. Chissà, magari un giorno ci ritornerò…».

Andrea Ferrando

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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